Ranke, Leopold von: Die römischen Päpste. Bd. 3. Berlin, 1836.sopra la regina di Suecia. guidare dal lume della retta ragione, che piu volte m'ha assi-curato di non haver mai fatto cosa che giudicasse non doversi fare ne di cui possa arrossirsene (che queste sono le sue for- mole di parlare), comincio a farle apprendere che dove si tratta della salute eterna dell' anima, ogn' altro interesse deve cedere e che l'errore in cosa tanto importante e d'eterno pregiuditio: onde ripiglio di nuovo il pensiere che dovea esservi qualche re- ligione, e posto che l'huomo doveva havere pure una religione, tra tutte quelle che si sapeva fossero nel mondo, niuna le sem- brava piu ragionevole della cattolica: percio facendosi piu at- tenta riflessione, trovo che li suoi dogmi e istituti non sono cosi sciocchi come li ministri Luterani (li chiamano pastori) vor- riano far credere. Da wir nun einmal nicht das ganze Werk aufnehmen können, Partiti d'Hamburg doppo due giornate a Rendsburg ci Päpste** 30
sopra la regina di Suecia. guidare dal lume della retta ragione, che più volte m’ha assi-curato di non haver mai fatto cosa che giudicasse non doversi fare nè di cui possa arrossirsene (che queste sono le sue for- mole di parlare), cominciò a farle apprendere che dove si tratta della salute eterna dell’ anima, ogn’ altro interesse deve cedere e che l’errore in cosa tanto importante è d’eterno pregiuditio: onde ripigliò di nuovo il pensiere che dovea esservi qualche re- ligione, e posto che l’huomo doveva havere pure una religione, tra tutte quelle che si sapeva fossero nel mondo, niuna le sem- brava più ragionevole della cattolica: perciò facendosi più at- tenta riflessione, trovò che li suoi dogmi e istituti non sono così sciocchi come li ministri Luterani (li chiamano pastori) vor- riano far credere. Da wir nun einmal nicht das ganze Werk aufnehmen koͤnnen, Partiti d’Hamburg doppo due giornate a Rendsburg ci Päpſte** 30
<TEI> <text> <body> <div n="1"> <div n="2"> <div n="3"> <p><pb facs="#f0477" n="465"/><fw place="top" type="header"><hi rendition="#i"><hi rendition="#aq">sopra la regina di Suecia</hi></hi>.</fw><lb/><hi rendition="#aq">guidare dal lume della retta ragione, che più volte m’ha assi-<lb/> curato di non haver mai fatto cosa che giudicasse non doversi<lb/> fare nè di cui possa arrossirsene (che queste sono le sue for-<lb/> mole di parlare), cominciò a farle apprendere che dove si tratta<lb/> della salute eterna dell’ anima, ogn’ altro interesse deve cedere<lb/> e che l’errore in cosa tanto importante è d’eterno pregiuditio:<lb/> onde ripigliò di nuovo il pensiere che dovea esservi qualche re-<lb/> ligione, e posto che l’huomo doveva havere pure una religione,<lb/> tra tutte quelle che si sapeva fossero nel mondo, niuna le sem-<lb/> brava più ragionevole della cattolica: perciò facendosi più at-<lb/> tenta riflessione, trovò che li suoi dogmi e istituti non sono<lb/> così sciocchi come li ministri Luterani (li chiamano pastori) vor-<lb/> riano far credere</hi>.</p><lb/> <p>Da wir nun einmal nicht das ganze Werk aufnehmen koͤnnen,<lb/> ſo mag noch folgende ausfuͤhrlichere Schilderung des erſten Zuſam-<lb/> mentreffens der Jeſuiten mit der Koͤnigin genuͤgen.</p><lb/> <p> <hi rendition="#aq">Partiti d’Hamburg doppo due giornate a Rendsburg ci<lb/> accompagnammo col signor senatore Rosenhan, che ritorna-<lb/> va in Suecia, e con lui andammo sino a Roschilt, dove so-<lb/> no sepolti li re di Danimarca, toltone S. Canuto, il cui capo<lb/> è a Ringstede. Egli tirò dritto a Elsenor per passare lo stretto,<lb/> e noi andammo a Coppenhagen. Questa cognitione fatta col<lb/> sig<hi rendition="#sup">r</hi> Rosenhan ci giovò poi in Stockholm per esser meno so-<lb/> spetti: e la regina un giorno dicendogli che non sapeva che con-<lb/> cetto dovesse farsi di quei due Italiani, egli disse che non v’era<lb/> di che temere, che erano buona gente, e ci usò sempre gran cor-<lb/> tesia. Hebbimo pure fortuna nel viaggio d’unirci per alcune<lb/> giornate col generale Wachtmeister gran scudiere del regno,<lb/> il quale parimenti ci fu di non poca utilità: perche essendo noi<lb/> giunti in Stockholm alli 24 di Febbraro conforme lo stile antico,<lb/> et havendo io il giorno seguente cercato di parlare a Gio. Holm,<lb/> valletto di camera di Sua Maestà, per essere introdotto a pre-<lb/> sentare la lettera datami in Roma dal padre vicario gene-<lb/> rale, nè havendolo trovato, la sera detto generale fu occa-<lb/> sione che Sua Maestà sapesse il mio arrivo. Mentre stava la<lb/> regina cenando, due cavalieri si lamentavano che faceva freddo,<lb/> e il generale Wachtmeister gli sgridò, dicendo che non have-<lb/> vano tanta paura del freddo due Italiani venuti in sua compa-<lb/> gnia. Udì la regina questa contesa, e interrogatoli di che con-<lb/> tendessero, udito ch’ebbe essere venuti due Italiani, richiese s’e-<lb/> rano musici: ma rispondendo il generale che erano due galant’<lb/> huomini che andavano vedendo il paese, Sua M<hi rendition="#sup">tà</hi> disse che per<lb/> ogni modo li voleva vedere. Noi subito fummo avvisati di tutto<lb/> cio ed esortati ad andare il giorno seguente alla corte: anzi dal<lb/> sig<hi rendition="#sup">r</hi> Zaccaria Grimani nobile Veneto vi fummo condotti la mat-<lb/> tina seguente e introdotti a salutare il conte Magnus de la Gardie<lb/> primo ministro di Sua M<hi rendition="#sup">tà</hi> per ottenere per mezzo suo l’honore<lb/> di baciar la mano di Sua M<hi rendition="#sup">tà</hi>: egli con somma cortesia ci ac-<lb/> colse e ci assicurò che Sua M<hi rendition="#sup">tà</hi> l’havria havuto molto a caro.<lb/> Era l’hora del pranso, quando la regina uscì nel Vierkant, e noi</hi><lb/> <fw place="bottom" type="sig">Päpſte** 30</fw><lb/> </p> </div> </div> </div> </body> </text> </TEI> [465/0477]
sopra la regina di Suecia.
guidare dal lume della retta ragione, che più volte m’ha assi-
curato di non haver mai fatto cosa che giudicasse non doversi
fare nè di cui possa arrossirsene (che queste sono le sue for-
mole di parlare), cominciò a farle apprendere che dove si tratta
della salute eterna dell’ anima, ogn’ altro interesse deve cedere
e che l’errore in cosa tanto importante è d’eterno pregiuditio:
onde ripigliò di nuovo il pensiere che dovea esservi qualche re-
ligione, e posto che l’huomo doveva havere pure una religione,
tra tutte quelle che si sapeva fossero nel mondo, niuna le sem-
brava più ragionevole della cattolica: perciò facendosi più at-
tenta riflessione, trovò che li suoi dogmi e istituti non sono
così sciocchi come li ministri Luterani (li chiamano pastori) vor-
riano far credere.
Da wir nun einmal nicht das ganze Werk aufnehmen koͤnnen,
ſo mag noch folgende ausfuͤhrlichere Schilderung des erſten Zuſam-
mentreffens der Jeſuiten mit der Koͤnigin genuͤgen.
Partiti d’Hamburg doppo due giornate a Rendsburg ci
accompagnammo col signor senatore Rosenhan, che ritorna-
va in Suecia, e con lui andammo sino a Roschilt, dove so-
no sepolti li re di Danimarca, toltone S. Canuto, il cui capo
è a Ringstede. Egli tirò dritto a Elsenor per passare lo stretto,
e noi andammo a Coppenhagen. Questa cognitione fatta col
sigr Rosenhan ci giovò poi in Stockholm per esser meno so-
spetti: e la regina un giorno dicendogli che non sapeva che con-
cetto dovesse farsi di quei due Italiani, egli disse che non v’era
di che temere, che erano buona gente, e ci usò sempre gran cor-
tesia. Hebbimo pure fortuna nel viaggio d’unirci per alcune
giornate col generale Wachtmeister gran scudiere del regno,
il quale parimenti ci fu di non poca utilità: perche essendo noi
giunti in Stockholm alli 24 di Febbraro conforme lo stile antico,
et havendo io il giorno seguente cercato di parlare a Gio. Holm,
valletto di camera di Sua Maestà, per essere introdotto a pre-
sentare la lettera datami in Roma dal padre vicario gene-
rale, nè havendolo trovato, la sera detto generale fu occa-
sione che Sua Maestà sapesse il mio arrivo. Mentre stava la
regina cenando, due cavalieri si lamentavano che faceva freddo,
e il generale Wachtmeister gli sgridò, dicendo che non have-
vano tanta paura del freddo due Italiani venuti in sua compa-
gnia. Udì la regina questa contesa, e interrogatoli di che con-
tendessero, udito ch’ebbe essere venuti due Italiani, richiese s’e-
rano musici: ma rispondendo il generale che erano due galant’
huomini che andavano vedendo il paese, Sua Mtà disse che per
ogni modo li voleva vedere. Noi subito fummo avvisati di tutto
cio ed esortati ad andare il giorno seguente alla corte: anzi dal
sigr Zaccaria Grimani nobile Veneto vi fummo condotti la mat-
tina seguente e introdotti a salutare il conte Magnus de la Gardie
primo ministro di Sua Mtà per ottenere per mezzo suo l’honore
di baciar la mano di Sua Mtà: egli con somma cortesia ci ac-
colse e ci assicurò che Sua Mtà l’havria havuto molto a caro.
Era l’hora del pranso, quando la regina uscì nel Vierkant, e noi
Päpſte** 30
Suche im WerkInformationen zum Werk
Download dieses Werks
XML (TEI P5) ·
HTML ·
Text Metadaten zum WerkTEI-Header · CMDI · Dublin Core Ansichten dieser Seite
Voyant Tools ?Language Resource Switchboard?FeedbackSie haben einen Fehler gefunden? Dann können Sie diesen über unsere Qualitätssicherungsplattform DTAQ melden. Kommentar zur DTA-AusgabeDieses Werk wurde gemäß den DTA-Transkriptionsrichtlinien im Double-Keying-Verfahren von Nicht-Muttersprachlern erfasst und in XML/TEI P5 nach DTA-Basisformat kodiert.
|
Insbesondere im Hinblick auf die §§ 86a StGB und 130 StGB wird festgestellt, dass die auf diesen Seiten abgebildeten Inhalte weder in irgendeiner Form propagandistischen Zwecken dienen, oder Werbung für verbotene Organisationen oder Vereinigungen darstellen, oder nationalsozialistische Verbrechen leugnen oder verharmlosen, noch zum Zwecke der Herabwürdigung der Menschenwürde gezeigt werden. Die auf diesen Seiten abgebildeten Inhalte (in Wort und Bild) dienen im Sinne des § 86 StGB Abs. 3 ausschließlich historischen, sozial- oder kulturwissenschaftlichen Forschungszwecken. Ihre Veröffentlichung erfolgt in der Absicht, Wissen zur Anregung der intellektuellen Selbstständigkeit und Verantwortungsbereitschaft des Staatsbürgers zu vermitteln und damit der Förderung seiner Mündigkeit zu dienen.
2007–2024 Deutsches Textarchiv, Berlin-Brandenburgische Akademie der Wissenschaften.
Kontakt: redaktion(at)deutschestextarchiv.de. |