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Ranke, Leopold von: Die römischen Päpste. Bd. 3. Berlin, 1836.

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Paolo Casati a Alessandro VII
spiegarne l'occasione, conforme alle notitie havute dalle
bocca della stessa regina
, alla quale mi assicuro non sia
per essere se non di gusto che la Sta Vostra sia del tutto sin-
ceramente informata
.

Die ersten Notizen von der früheren Zeit sind jedoch nicht von
viel Bedeutung; von den schwedischen Zuständen hatte der Autor kei-
nen Begriff: er wird erst merkwürdig wo er auf die religiösen In-
teressen kommt.

Havendo acquistato tanto di cognitione, comincio far rifles-
sione che molte delle cose della setta Luterana, in cui era stata
allevata, non potevano sussistere, e cominciando ad esaminarle,
piu le teneva inconvenienti. Quindi comincio con piu diligenza
a studiare nelle cose della religione e delle controversie, e tro-
vando che quella in cui era nudrita non haveva apparenza di
vera, si diede con straordinaria curiosita ad informarsi di tutte
et a ponderare la difficolta di ciascuna. Impiego in questo lo
spatio di cinque anni incirca con grande perturbatione interna
d'animo, poiche non trovava dove fermarsi: e misurando ogni
cosa con discorso meramente humano, parevale che molte cose
potessero essere mere inventioni politiche per trattenere la gente
piu semplice: e degl' argomenti che quelli d'una setta si servono
contro d'un'altra, ella si serviva per ritorcerli contro quella
stessa: cosi paragonava le cose di Mose nel popolo Ebreo a cio
che fece Maometto negli Arabi. Dal che nasceva che non tro-
vava alcuna religione che vera le paresse. Et io l'ho molte
volte udita che s'accusava d'essere stata troppo profana in vo-
lere investigare i piu alti misterj della divinita: poiche non ha
lasciato a dietro alcun mistero della nostra fede che non habbia
voluto esaminare, mentre cercava di quietare l'anima sua con
trovare finalmente una religione, essendo che ogni sorte di li-
bro che trattasse di cosa appartenente a cio, ella leggeva, le ca-
pitarono anche molte cose degli antichi e de' gentili e d'athei.
E se bene ella non giunse mai a tal cecita che dubitasse dell'
esistenza di dio e sua unita con farne concetto come di cosa
maggiore di tutte le altre, pure si lascio empire la mente di
molte difficolta, delle quali poi varie volte discorresimo. E fi-
nalmente non trovava altra conchiusione se non che nell' esterno
conveniva far cio che fanno gl'altri, stimando tutte le cose in-
differenti e non importar piu seguir questa che quell'altra reli-
gione o setta, e bastar di non far cosa che fosse contro il det-
tame della ragione e di cui la persona potesse una volta arros-
sirsi d'haverla fatta. Con questo s'ando qualche tempo gover-
nando, e parevale d'haver trovato qualche riposo, massime che
haveva scoperte altre persone (anche chiamate di lontano) da
lei stimate per dotte e savie essere di poco differente parere,
giacche erano fuori della vera religione cattolica da loro ripro-
vata sin dalla fanciullezza. Ma il signore iddio, che voleva ha-
vere misericordia della regina ne lasciarla perire negl'errori dell'
intelletto, giacche per l'altra parte haveva ottima volonta e de-
siderio di conoscere il vero, e nell' oprare talmente si lasciava

gui-

Paolo Casati a Alessandro VII
spiegarne l’occasione, conforme alle notitie havute dalle
bocca della stessa regina
, alla quale mi assicuro non sia
per essere se non di gusto che la S Vostra sia del tutto sin-
ceramente informata
.

Die erſten Notizen von der fruͤheren Zeit ſind jedoch nicht von
viel Bedeutung; von den ſchwediſchen Zuſtaͤnden hatte der Autor kei-
nen Begriff: er wird erſt merkwuͤrdig wo er auf die religioͤſen In-
tereſſen kommt.

Havendo acquistato tanto di cognitione, cominciò far rifles-
sione che molte delle cose della setta Luterana, in cui era stata
allevata, non potevano sussistere, e cominciando ad esaminarle,
più le teneva inconvenienti. Quindi cominciò con più diligenza
a studiare nelle cose della religione e delle controversie, e tro-
vando che quella in cui era nudrita non haveva apparenza di
vera, si diede con straordinaria curiosità ad informarsi di tutte
et a ponderare la difficoltà di ciascuna. Impiegò in questo lo
spatio di cinque anni incirca con grande perturbatione interna
d’animo, poiche non trovava dove fermarsi: e misurando ogni
cosa con discorso meramente humano, parevale che molte cose
potessero essere mere inventioni politiche per trattenere la gente
più semplice: e degl’ argomenti che quelli d’una setta si servono
contro d’un’altra, ella si serviva per ritorcerli contro quella
stessa: così paragonava le cose di Mosè nel popolo Ebreo a ciò
che fece Maometto negli Arabi. Dal che nasceva che non tro-
vava alcuna religione che vera le paresse. Et io l’ho molte
volte udita che s’accusava d’essere stata troppo profana in vo-
lere investigare i più alti misterj della divinità: poiche non ha
lasciato a dietro alcun mistero della nostra fede che non habbia
voluto esaminare, mentre cercava di quietare l’anima sua con
trovare finalmente una religione, essendo che ogni sorte di li-
bro che trattasse di cosa appartenente a cio, ella leggeva, le ca-
pitarono anche molte cose degli antichi e de’ gentili e d’athei.
E se bene ella non giunse mai a tal cecità che dubitasse dell’
esistenza di dio e sua unità con farne concetto come di cosa
maggiore di tutte le altre, pure si lasciò empire la mente di
molte difficoltà, delle quali poi varie volte discorresimo. E fi-
nalmente non trovava altra conchiusione se non che nell’ esterno
conveniva far cio che fanno gl’altri, stimando tutte le cose in-
differenti e non importar più seguir questa che quell’altra reli-
gione o setta, e bastar di non far cosa che fosse contro il det-
tame della ragione e di cui la persona potesse una volta arros-
sirsi d’haverla fatta. Con questo s’andò qualche tempo gover-
nando, e parevale d’haver trovato qualche riposo, massime che
haveva scoperte altre persone (anche chiamate di lontano) da
lei stimate per dotte e savie essere di poco differente parere,
giacche erano fuori della vera religione cattolica da loro ripro-
vata sin dalla fanciullezza. Ma il signore iddio, che voleva ha-
vere misericordia della regina nè lasciarla perire negl’errori dell’
intelletto, giacche per l’altra parte haveva ottima volontà e de-
siderio di conoscere il vero, e nell’ oprare talmente si lasciava

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[464/0476] Paolo Casati a Alessandro VII spiegarne l’occasione, conforme alle notitie havute dalle bocca della stessa regina, alla quale mi assicuro non sia per essere se non di gusto che la Stà Vostra sia del tutto sin- ceramente informata. Die erſten Notizen von der fruͤheren Zeit ſind jedoch nicht von viel Bedeutung; von den ſchwediſchen Zuſtaͤnden hatte der Autor kei- nen Begriff: er wird erſt merkwuͤrdig wo er auf die religioͤſen In- tereſſen kommt. Havendo acquistato tanto di cognitione, cominciò far rifles- sione che molte delle cose della setta Luterana, in cui era stata allevata, non potevano sussistere, e cominciando ad esaminarle, più le teneva inconvenienti. Quindi cominciò con più diligenza a studiare nelle cose della religione e delle controversie, e tro- vando che quella in cui era nudrita non haveva apparenza di vera, si diede con straordinaria curiosità ad informarsi di tutte et a ponderare la difficoltà di ciascuna. Impiegò in questo lo spatio di cinque anni incirca con grande perturbatione interna d’animo, poiche non trovava dove fermarsi: e misurando ogni cosa con discorso meramente humano, parevale che molte cose potessero essere mere inventioni politiche per trattenere la gente più semplice: e degl’ argomenti che quelli d’una setta si servono contro d’un’altra, ella si serviva per ritorcerli contro quella stessa: così paragonava le cose di Mosè nel popolo Ebreo a ciò che fece Maometto negli Arabi. Dal che nasceva che non tro- vava alcuna religione che vera le paresse. Et io l’ho molte volte udita che s’accusava d’essere stata troppo profana in vo- lere investigare i più alti misterj della divinità: poiche non ha lasciato a dietro alcun mistero della nostra fede che non habbia voluto esaminare, mentre cercava di quietare l’anima sua con trovare finalmente una religione, essendo che ogni sorte di li- bro che trattasse di cosa appartenente a cio, ella leggeva, le ca- pitarono anche molte cose degli antichi e de’ gentili e d’athei. E se bene ella non giunse mai a tal cecità che dubitasse dell’ esistenza di dio e sua unità con farne concetto come di cosa maggiore di tutte le altre, pure si lasciò empire la mente di molte difficoltà, delle quali poi varie volte discorresimo. E fi- nalmente non trovava altra conchiusione se non che nell’ esterno conveniva far cio che fanno gl’altri, stimando tutte le cose in- differenti e non importar più seguir questa che quell’altra reli- gione o setta, e bastar di non far cosa che fosse contro il det- tame della ragione e di cui la persona potesse una volta arros- sirsi d’haverla fatta. Con questo s’andò qualche tempo gover- nando, e parevale d’haver trovato qualche riposo, massime che haveva scoperte altre persone (anche chiamate di lontano) da lei stimate per dotte e savie essere di poco differente parere, giacche erano fuori della vera religione cattolica da loro ripro- vata sin dalla fanciullezza. Ma il signore iddio, che voleva ha- vere misericordia della regina nè lasciarla perire negl’errori dell’ intelletto, giacche per l’altra parte haveva ottima volontà e de- siderio di conoscere il vero, e nell’ oprare talmente si lasciava gui-

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Zitationshilfe: Ranke, Leopold von: Die römischen Päpste. Bd. 3. Berlin, 1836, S. 464. In: Deutsches Textarchiv <https://www.deutschestextarchiv.de/ranke_paepste03_1836/476>, abgerufen am 22.11.2024.