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[Bodmer, Johann Jacob]: Sammlung Critischer, Poetischer, und anderer geistvollen Schriften. Bd. 3. Zürich, 1742.

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APOLOGIA DI SOFOCLE
greci scolii quelle parole andron de proton sopra
citate.

La seconda censura si fonda sopra la risposta del
sacerdote. Dicesi che la descrizione, che questo
fa delle persone ivi presenti, che dovevano es-
sere dal Re conosciute, e della pestilenza, di
cui egli doveva avere tutta la notizia, e poco
naturale, e pero un mezzo poco artifizioso d'in-
struire gli uditori del soggetto della Tragedia.

Ma il fine, per cui eransi congregate tutte quel-
le persone, era di movere la Compassione del
Re loro; perche avendone questi concetto d'uo-
mo quasi divino, pareva loro, che per essere li-
berati dalle calamita, non mancasse che la sua
accurata sollecitudine: Quindi ne siegue, che il sa-
cerdote, chi pare essere il loro Oratore dovesse
servirsi di tutti quei mezzi, che potevano essere
efficaci per la loro commozione. Or vediamo
quali sieno essi, e come se ne sia egli servito nella
sua perorazione, per poscia conoscere se questa
meriti la taccia d'inverisimile. Io qui non voglio
entrare in altro raggionamento, dimostrando che
per muovere la nostra Volonta sieno il piu idoneo
mezzo le impressioni della nostra imaginativa, per-
che avendo questa, come materiale, una particolar
comunione colle nostre passioni, il di cui moto age-
volmente trae seco la nostra Elezione; queste tanto
piu s'eccitano facilmente, quanto e piu quella
agitata. Basta per comprendere cio la quotidiana
esperienza. Da questa prese motivo Cartesio di
racchiudere sotto nome di passioni le di lei impres-
sioni confondendole col timore, colla compas-
sione ed altre simili commozioni dell' anima. Da
cio derivasi, che tutte le cose opportune per im-

primere

APOLOGIA DI SOFOCLE
greci ſcolii quelle parole ἀνδρων δε πρωτον ſopra
citate.

La ſeconda cenſura ſi fonda ſopra la riſpoſta del
ſacerdote. Diceſi che la deſcrizione, che queſto
fa delle perſone ivi preſenti, che dovevano eſ-
ſere dal Ré conoſciute, e della peſtilenza, di
cui egli doveva avere tutta la notizia, é poco
naturale, e peró un mezzo poco artifizioſo d’in-
ſtruire gli uditori del ſoggetto della Tragedia.

Ma il fine, per cui eranſi congregate tutte quel-
le perſone, era di movere la Compaſſione del
Ré loro; perche avendone queſti concetto d’uo-
mo quaſi divino, pareva loro, che per eſſere li-
berati dalle calamitá, non mancaſſe che la ſua
accurata ſollecitudine: Quindi ne ſiegue, che il ſa-
cerdote, chi pare eſſere il loro Oratore doveſſe
ſervirſi di tutti quei mezzi, che potevano eſſere
efficaci per la loro commozione. Or vediamo
quali ſieno eſſi, e come ſe ne ſia egli ſervito nella
ſua perorazione, per poſcia conoſcere ſe queſta
meriti la taccia d’inveriſimile. Io qui non voglio
entrare in altro raggionamento, dimoſtrando che
per muovere la noſtra Volontá ſieno il più idoneo
mezzo le impreſſioni della noſtra imaginativa, per-
che avendo queſta, come materiale, una particolar
comunione colle noſtre paſſioni, il di cui moto age-
volmente trae ſeco la noſtra Elezione; queſte tanto
più s’eccitano facilmente, quanto é più quella
agitata. Baſta per comprendere ció la quotidiana
eſperienza. Da queſta preſe motivo Carteſio di
racchiudere ſotto nome di paſſioni le di lei impreſ-
ſioni confondendole col timore, colla compaſ-
ſione ed altre ſimili commozioni dell’ anima. Da
ció derivaſi, che tutte le coſe opportune per im-

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[44/0046] APOLOGIA DI SOFOCLE greci ſcolii quelle parole ἀνδρων δε πρωτον ſopra citate. La ſeconda cenſura ſi fonda ſopra la riſpoſta del ſacerdote. Diceſi che la deſcrizione, che queſto fa delle perſone ivi preſenti, che dovevano eſ- ſere dal Ré conoſciute, e della peſtilenza, di cui egli doveva avere tutta la notizia, é poco naturale, e peró un mezzo poco artifizioſo d’in- ſtruire gli uditori del ſoggetto della Tragedia. Ma il fine, per cui eranſi congregate tutte quel- le perſone, era di movere la Compaſſione del Ré loro; perche avendone queſti concetto d’uo- mo quaſi divino, pareva loro, che per eſſere li- berati dalle calamitá, non mancaſſe che la ſua accurata ſollecitudine: Quindi ne ſiegue, che il ſa- cerdote, chi pare eſſere il loro Oratore doveſſe ſervirſi di tutti quei mezzi, che potevano eſſere efficaci per la loro commozione. Or vediamo quali ſieno eſſi, e come ſe ne ſia egli ſervito nella ſua perorazione, per poſcia conoſcere ſe queſta meriti la taccia d’inveriſimile. Io qui non voglio entrare in altro raggionamento, dimoſtrando che per muovere la noſtra Volontá ſieno il più idoneo mezzo le impreſſioni della noſtra imaginativa, per- che avendo queſta, come materiale, una particolar comunione colle noſtre paſſioni, il di cui moto age- volmente trae ſeco la noſtra Elezione; queſte tanto più s’eccitano facilmente, quanto é più quella agitata. Baſta per comprendere ció la quotidiana eſperienza. Da queſta preſe motivo Carteſio di racchiudere ſotto nome di paſſioni le di lei impreſ- ſioni confondendole col timore, colla compaſ- ſione ed altre ſimili commozioni dell’ anima. Da ció derivaſi, che tutte le coſe opportune per im- primere

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Zitationshilfe: [Bodmer, Johann Jacob]: Sammlung Critischer, Poetischer, und anderer geistvollen Schriften. Bd. 3. Zürich, 1742, S. 44. In: Deutsches Textarchiv <https://www.deutschestextarchiv.de/bodmer_sammlung03_1742/46>, abgerufen am 28.03.2024.