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Ranke, Leopold von: Die römischen Päpste. Bd. 3. Berlin, 1836.

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Vita di papa Urbano VIII.

o che fosse sdegnato perche il cardinale Barberino gli haveva
proposti alcuni soggetti che non erano di sodisfattione di Sua
Sta, o credesse di lasciare piu gloriosa la memoria di se, stette
saldo a tutte le istanze, ordinando che niuno piu ardisse di
parlargli di promotione. -- --

Era l'aspetto di papa Urbano giocondissimo, ma pieno di
maesta: e sebbene nel suo temperamento vi era alquanto di ma-
linconico, sicche quando si veniva all' emissione del sangue, che
per l'ordinario era ne' tempi di primavera, gli uscivano dalle
vene pezzetti come gelati di quell' humore, ne senza questo
havrebbe potuto profittare tanto nelle lettere, dicendo il filosofo
che la malinconia contribuisce assai per apprendere le scienze
e ritenerle impresse nell' animo. La dispositione poi del corpo
e delle membra era nobilmente compartita. La statura piutosto
grande che mediocre: le carni di colore olivastro e piu tosto piene
di succo che grasse: il capo grande, che dinotava un maravi-
glioso ingegno et una vivacissima memoria: la fronte spatiosa
e serena: gli occhi di colore fra l'azzurro et il bianco: il naso
proportionato: le guancie rotonde, ma negli ultimi anni notabil-
mente estenuate: la bocca piena di gratia: la voce sonora, ma
soave, onde con la favella Toscana, che sempre ritenne finche
visse, uscivano da essa dolcissime parole piene di eloquenza e
sparse di fiori di buone lettere e di eruditioni sacre e di anti-
chi esempj: nutri infino da prelato la barba honestamente lunga
e riquadrata, la quale con la canitie rendeva il suo aspetto piu
venerabile. -- --

Veramente era tanto amabile che da una troppa apertura
in poi che dimostrava, se pure l'importanza del negotio non lo
ratteneva, non vi era altro che da critici bene attenti vi fosse
da tacciare. E se talvolta saliva in collera, ben presto tornava
alla giocondita di prima. -- -- L'opinione de' saggi era che con
esso lui stimavasi necessario di essere o di alto sapere o di
niuno o di poco: poiche sicome non isdegnava di essere gua-
dagnato dalla saviezza dell' uno, cosi compativa tanto all' al-
tro che egli stesso lo soccorreva e sollevava, se pero questo non
fosse stato presuntuoso o orgoglioso, abusandosi della huma-
nita e buona conditione del papa, il quale duro et inflessibile fu
sempre con gli orgogliosi et arroganti, sicome altrettanto amo-
revole e benigno mostravasi verso i rispettosi e modesti. -- --
Verso i sopradetti servitori e verso anche i parenti proprj era
discretissimo in scegliere i tempi per valersene piu comodi a
quelli che a se stesso, non isdegnando talvolta di udire con
patienza qualche parola o atto di sentimento o di doglienze loro.
E nelle sue malattie pareva che pigliasse piu dispiacere de' pa-
timenti e vigilie degli assistenti a lui che del proprio male o
de' suoi dolori. Cosi anche non era facile a sfogamenti o la-
menti delle persone: ma gli era grave il negare o vedere par-
tire da se alcuno discontento. Coi suoi piu confidenti servitori
era giocondissimo, e talvolta con essi usava de' motti o come
si suol dire de' sali ingegnosi. -- -- Non si scordo mai degli

Vita di papa Urbano VIII.

o che fosse sdegnato perche il cardinale Barberino gli haveva
proposti alcuni soggetti che non erano di sodisfattione di Sua
S, o credesse di lasciare più gloriosa la memoria di se, stette
saldo a tutte le istanze, ordinando che niuno più ardisse di
parlargli di promotione. — —

Era l’aspetto di papa Urbano giocondissimo, ma pieno di
maestà: e sebbene nel suo temperamento vi era alquanto di ma-
linconico, sicche quando si veniva all’ emissione del sangue, che
per l’ordinario era ne’ tempi di primavera, gli uscivano dalle
vene pezzetti come gelati di quell’ humore, nè senza questo
havrebbe potuto profittare tanto nelle lettere, dicendo il filosofo
che la malinconia contribuisce assai per apprendere le scienze
e ritenerle impresse nell’ animo. La dispositione poi del corpo
e delle membra era nobilmente compartita. La statura piutosto
grande che mediocre: le carni di colore olivastro e più tosto piene
di succo che grasse: il capo grande, che dinotava un maravi-
glioso ingegno et una vivacissima memoria: la fronte spatiosa
e serena: gli occhi di colore fra l’azzurro et il bianco: il naso
proportionato: le guancie rotonde, ma negli ultimi anni notabil-
mente estenuate: la bocca piena di gratia: la voce sonora, ma
soave, onde con la favella Toscana, che sempre ritenne finche
visse, uscivano da essa dolcissime parole piene di eloquenza e
sparse di fiori di buone lettere e di eruditioni sacre e di anti-
chi esempj: nutrì infino da prelato la barba honestamente lunga
e riquadrata, la quale con la canitie rendeva il suo aspetto più
venerabile. — —

Veramente era tanto amabile che da una troppa apertura
in poi che dimostrava, se pure l’importanza del negotio non lo
ratteneva, non vi era altro che da critici bene attenti vi fosse
da tacciare. E se talvolta saliva in collera, ben presto tornava
alla giocondità di prima. — — L’opinione de’ saggi era che con
esso lui stimavasi necessario di essere o di alto sapere o di
niuno o di poco: poiche sicome non isdegnava di essere gua-
dagnato dalla saviezza dell’ uno, così compativa tanto all’ al-
tro che egli stesso lo soccorreva e sollevava, se però questo non
fosse stato presuntuoso o orgoglioso, abusandosi della huma-
nità e buona conditione del papa, il quale duro et inflessibile fu
sempre con gli orgogliosi et arroganti, sicome altrettanto amo-
revole e benigno mostravasi verso i rispettosi e modesti. — —
Verso i sopradetti servitori e verso anche i parenti proprj era
discretissimo in scegliere i tempi per valersene più comodi a
quelli che a se stesso, non isdegnando talvolta di udire con
patienza qualche parola o atto di sentimento o di doglienze loro.
E nelle sue malattie pareva che pigliasse più dispiacere de’ pa-
timenti e vigilie degli assistenti a lui che del proprio male o
de’ suoi dolori. Così anche non era facile a sfogamenti o la-
menti delle persone: ma gli era grave il negare o vedere par-
tire da se alcuno discontento. Coi suoi più confidenti servitori
era giocondissimo, e talvolta con essi usava de’ motti o come
si suol dire de’ sali ingegnosi. — — Non si scordò mai degli

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[439/0451] Vita di papa Urbano VIII. o che fosse sdegnato perche il cardinale Barberino gli haveva proposti alcuni soggetti che non erano di sodisfattione di Sua Stà, o credesse di lasciare più gloriosa la memoria di se, stette saldo a tutte le istanze, ordinando che niuno più ardisse di parlargli di promotione. — — Era l’aspetto di papa Urbano giocondissimo, ma pieno di maestà: e sebbene nel suo temperamento vi era alquanto di ma- linconico, sicche quando si veniva all’ emissione del sangue, che per l’ordinario era ne’ tempi di primavera, gli uscivano dalle vene pezzetti come gelati di quell’ humore, nè senza questo havrebbe potuto profittare tanto nelle lettere, dicendo il filosofo che la malinconia contribuisce assai per apprendere le scienze e ritenerle impresse nell’ animo. La dispositione poi del corpo e delle membra era nobilmente compartita. La statura piutosto grande che mediocre: le carni di colore olivastro e più tosto piene di succo che grasse: il capo grande, che dinotava un maravi- glioso ingegno et una vivacissima memoria: la fronte spatiosa e serena: gli occhi di colore fra l’azzurro et il bianco: il naso proportionato: le guancie rotonde, ma negli ultimi anni notabil- mente estenuate: la bocca piena di gratia: la voce sonora, ma soave, onde con la favella Toscana, che sempre ritenne finche visse, uscivano da essa dolcissime parole piene di eloquenza e sparse di fiori di buone lettere e di eruditioni sacre e di anti- chi esempj: nutrì infino da prelato la barba honestamente lunga e riquadrata, la quale con la canitie rendeva il suo aspetto più venerabile. — — Veramente era tanto amabile che da una troppa apertura in poi che dimostrava, se pure l’importanza del negotio non lo ratteneva, non vi era altro che da critici bene attenti vi fosse da tacciare. E se talvolta saliva in collera, ben presto tornava alla giocondità di prima. — — L’opinione de’ saggi era che con esso lui stimavasi necessario di essere o di alto sapere o di niuno o di poco: poiche sicome non isdegnava di essere gua- dagnato dalla saviezza dell’ uno, così compativa tanto all’ al- tro che egli stesso lo soccorreva e sollevava, se però questo non fosse stato presuntuoso o orgoglioso, abusandosi della huma- nità e buona conditione del papa, il quale duro et inflessibile fu sempre con gli orgogliosi et arroganti, sicome altrettanto amo- revole e benigno mostravasi verso i rispettosi e modesti. — — Verso i sopradetti servitori e verso anche i parenti proprj era discretissimo in scegliere i tempi per valersene più comodi a quelli che a se stesso, non isdegnando talvolta di udire con patienza qualche parola o atto di sentimento o di doglienze loro. E nelle sue malattie pareva che pigliasse più dispiacere de’ pa- timenti e vigilie degli assistenti a lui che del proprio male o de’ suoi dolori. Così anche non era facile a sfogamenti o la- menti delle persone: ma gli era grave il negare o vedere par- tire da se alcuno discontento. Coi suoi più confidenti servitori era giocondissimo, e talvolta con essi usava de’ motti o come si suol dire de’ sali ingegnosi. — — Non si scordò mai degli

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Zitationshilfe: Ranke, Leopold von: Die römischen Päpste. Bd. 3. Berlin, 1836, S. 439. In: Deutsches Textarchiv <https://www.deutschestextarchiv.de/ranke_paepste03_1836/451>, abgerufen am 26.06.2024.