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Ranke, Leopold von: Die römischen Päpste. Bd. 3. Berlin, 1836.

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Girol. Soranzo Relat. 1563.

dolcezza che gravita, lasciandosi vedere da tutti a tutte l'hore
et andando a cavallo et a piedi per tutta la citta con pochissima
compagnia. Ha una inclinatione grandissima al fabbricare, et
in questo spende volentieri e largamente, sentendo gran piacere
quando si lauda le opere che va facendo: e par che habbi fine
lasciar anco per questa via memoria di se, non vi essendo hor-
mai luogo in Roma che non habbi il nome suo, et usa di dire
il fabbricare esser particularmente inclinatione di casa de Me-
dici, ne osserva S. Beatne quello che e stato fatto dalli altri
suoi precessori, che hanno per il piu incominciato edificii grandi
e magnifici lasciandoli poi imperfetti, ma ella ha piutosto a
piacere di far acconciar quelli che minacciano rovina e finir gl'in-
cominciati, con farne anco de' nuovi, facendo fabbricar in molti
luoghi dello stato ecclesiastico: perche fortifica Civita vecchia,
acconcia il porto d'Ancona, vuol ridur in fortezza Bologna: in
Roma poi, oltra la fortificatione del borgo e la fabbrica di Bel-
vedere e del palazzo, in molte parti della citta fa acconciar strade,
fabbricar chiese e rinovar le porte con spesa cosi grande che
al tempo mio per molti mesi nelle fabbriche di Roma solamente
passava 12 m. scudi il mese e forse piu di quello che si con-
viene a principe, in tanto che viene affermato da piu antichi
cortigiani non esser mai le cose passate con tanta misura e cosi
strettamente come fanno al presente. E perche credo non hab-
bia ad esser discaro l'intendere qualche particulare che tiene S.
Beatne nel vivere, pero satisfaro anche a questa parte. Usa il
pontefice per ordinario levarsi, quando e sano, tanto di buon'
hora cosi l'inverno come l'estate ch'e sempre quasi inanzi giorno
in piedi, e subito vestito esce a far esercitio, nel quale spende
gran tempo: poi ritornato, entrano nella sua camera il revmo Bor-
romeo e monsr Tolomeo, con i quali tratta, come ho detto, S.
Sta tutte le cose importanti cosi pubbliche come private, e li tiene
per l'ordinario seco doi o tre hore: e quando li ha licentiati,
sono introdutti a lei quei ambasciatori che stanno aspettando
l'audientia: e finito che ha di ragionar con loro, ode S. Sta la
messa, e quando l'hora non e tarda, esce fuori a dare audien-
tia ai cardinali et ad altri; e poi si mette a tavola, la qual, per
dir il vero, non e molto splendida, com' era quella del preces-
sore, perche le vivande sono ordinarie e non in gran quantita
et il servitio e de' soliti soi camerieri. Si nutrisce di cibi grossi
e di pasta alla Lombarda bene piu di quello che mangia, et il
vino e greco di somma molto potente, nel quale non si vuole
acqua. Non ha piacere che al suo mangiare si trovino, secondo
l'uso del precessore, vescovi et altri prelati di rispetto, ma piu-
tosto ha caro udir qualche ragionamento di persone piacevoli e
che habbino qualche umore. Ammette alla sua tavola molte volte
di cardinali e degli ambasciatori, et a me in particulare ha fatto
di questi favori con dimostrationi molto amorevoli. Dapoi che
ha finito di mangiare, si ritira nella sua camera, e spogliato
in camicia entra in letto, dove vi sta per l'ordinario tre o quat-
tro hore: e svegliato si ritorna a vestire, e dice l'ufficio et al-

cune

Girol. Soranzo Relat. 1563.

dolcezza che gravità, lasciandosi vedere da tutti a tutte l’hore
et andando a cavallo et a piedi per tutta la città con pochissima
compagnia. Ha una inclinatione grandissima al fabbricare, et
in questo spende volentieri e largamente, sentendo gran piacere
quando si lauda le opere che va facendo: e par che habbi fine
lasciar anco per questa via memoria di se, non vi essendo hor-
mai luogo in Roma che non habbi il nome suo, et usa di dire
il fabbricare esser particularmente inclinatione di casa de Me-
dici, nè osserva S. Beatne quello che è stato fatto dalli altri
suoi precessori, che hanno per il più incominciato edificii grandi
e magnifici lasciandoli poi imperfetti, ma ella ha piutosto a
piacere di far acconciar quelli che minacciano rovina e finir gl’in-
cominciati, con farne anco de’ nuovi, facendo fabbricar in molti
luoghi dello stato ecclesiastico: perche fortifica Civita vecchia,
acconcia il porto d’Ancona, vuol ridur in fortezza Bologna: in
Roma poi, oltra la fortificatione del borgo e la fabbrica di Bel-
vedere e del palazzo, in molte parti della città fa acconciar strade,
fabbricar chiese e rinovar le porte con spesa così grande che
al tempo mio per molti mesi nelle fabbriche di Roma solamente
passava 12 m. scudi il mese e forse più di quello che si con-
viene a principe, in tanto che viene affermato da più antichi
cortigiani non esser mai le cose passate con tanta misura e così
strettamente come fanno al presente. E perche credo non hab-
bia ad esser discaro l’intendere qualche particulare che tiene S.
Beatne nel vivere, però satisfarò anche a questa parte. Usa il
pontefice per ordinario levarsi, quando è sano, tanto di buon’
hora così l’inverno come l’estate ch’è sempre quasi inanzi giorno
in piedi, e subito vestito esce a far esercitio, nel quale spende
gran tempo: poi ritornato, entrano nella sua camera il revmo Bor-
romeo e monsr Tolomeo, con i quali tratta, come ho detto, S.
S tutte le cose importanti così pubbliche come private, e li tiene
per l’ordinario seco doi o tre hore: e quando li ha licentiati,
sono introdutti a lei quei ambasciatori che stanno aspettando
l’audientia: e finito che ha di ragionar con loro, ode S. S la
messa, e quando l’hora non è tarda, esce fuori a dare audien-
tia ai cardinali et ad altri; e poi si mette a tavola, la qual, per
dir il vero, non è molto splendida, com’ era quella del preces-
sore, perche le vivande sono ordinarie e non in gran quantità
et il servitio è de’ soliti soi camerieri. Si nutrisce di cibi grossi
e di pasta alla Lombarda bene più di quello che mangia, et il
vino è greco di somma molto potente, nel quale non si vuole
acqua. Non ha piacere che al suo mangiare si trovino, secondo
l’uso del precessore, vescovi et altri prelati di rispetto, ma piu-
tosto ha caro udir qualche ragionamento di persone piacevoli e
che habbino qualche umore. Ammette alla sua tavola molte volte
di cardinali e degli ambasciatori, et a me in particulare ha fatto
di questi favori con dimostrationi molto amorevoli. Dapoi che
ha finito di mangiare, si ritira nella sua camera, e spogliato
in camicia entra in letto, dove vi sta per l’ordinario tre o quat-
tro hore: e svegliato si ritorna a vestire, e dice l’ufficio et al-

cune
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[304/0316] Girol. Soranzo Relat. 1563. dolcezza che gravità, lasciandosi vedere da tutti a tutte l’hore et andando a cavallo et a piedi per tutta la città con pochissima compagnia. Ha una inclinatione grandissima al fabbricare, et in questo spende volentieri e largamente, sentendo gran piacere quando si lauda le opere che va facendo: e par che habbi fine lasciar anco per questa via memoria di se, non vi essendo hor- mai luogo in Roma che non habbi il nome suo, et usa di dire il fabbricare esser particularmente inclinatione di casa de Me- dici, nè osserva S. Beatne quello che è stato fatto dalli altri suoi precessori, che hanno per il più incominciato edificii grandi e magnifici lasciandoli poi imperfetti, ma ella ha piutosto a piacere di far acconciar quelli che minacciano rovina e finir gl’in- cominciati, con farne anco de’ nuovi, facendo fabbricar in molti luoghi dello stato ecclesiastico: perche fortifica Civita vecchia, acconcia il porto d’Ancona, vuol ridur in fortezza Bologna: in Roma poi, oltra la fortificatione del borgo e la fabbrica di Bel- vedere e del palazzo, in molte parti della città fa acconciar strade, fabbricar chiese e rinovar le porte con spesa così grande che al tempo mio per molti mesi nelle fabbriche di Roma solamente passava 12 m. scudi il mese e forse più di quello che si con- viene a principe, in tanto che viene affermato da più antichi cortigiani non esser mai le cose passate con tanta misura e così strettamente come fanno al presente. E perche credo non hab- bia ad esser discaro l’intendere qualche particulare che tiene S. Beatne nel vivere, però satisfarò anche a questa parte. Usa il pontefice per ordinario levarsi, quando è sano, tanto di buon’ hora così l’inverno come l’estate ch’è sempre quasi inanzi giorno in piedi, e subito vestito esce a far esercitio, nel quale spende gran tempo: poi ritornato, entrano nella sua camera il revmo Bor- romeo e monsr Tolomeo, con i quali tratta, come ho detto, S. Stà tutte le cose importanti così pubbliche come private, e li tiene per l’ordinario seco doi o tre hore: e quando li ha licentiati, sono introdutti a lei quei ambasciatori che stanno aspettando l’audientia: e finito che ha di ragionar con loro, ode S. Stà la messa, e quando l’hora non è tarda, esce fuori a dare audien- tia ai cardinali et ad altri; e poi si mette a tavola, la qual, per dir il vero, non è molto splendida, com’ era quella del preces- sore, perche le vivande sono ordinarie e non in gran quantità et il servitio è de’ soliti soi camerieri. Si nutrisce di cibi grossi e di pasta alla Lombarda bene più di quello che mangia, et il vino è greco di somma molto potente, nel quale non si vuole acqua. Non ha piacere che al suo mangiare si trovino, secondo l’uso del precessore, vescovi et altri prelati di rispetto, ma piu- tosto ha caro udir qualche ragionamento di persone piacevoli e che habbino qualche umore. Ammette alla sua tavola molte volte di cardinali e degli ambasciatori, et a me in particulare ha fatto di questi favori con dimostrationi molto amorevoli. Dapoi che ha finito di mangiare, si ritira nella sua camera, e spogliato in camicia entra in letto, dove vi sta per l’ordinario tre o quat- tro hore: e svegliato si ritorna a vestire, e dice l’ufficio et al- cune

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Zitationshilfe: Ranke, Leopold von: Die römischen Päpste. Bd. 3. Berlin, 1836, S. 304. In: Deutsches Textarchiv <https://www.deutschestextarchiv.de/ranke_paepste03_1836/316>, abgerufen am 25.11.2024.