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[Bodmer, Johann Jacob]: Sammlung Critischer, Poetischer, und anderer geistvollen Schriften. Bd. 3. Zürich, 1742.

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APOLOGIA DI SOFOCLE
la Concordia di questi precedenti avisi serve per
render ad evidenza credibili le cose, che indi si
scoprono dal Ministro di Polibo. Altrimenti chi
sulla fede d'un Uomo ignoto sarebbe si credulo
di tali stranezze che venisse in risoluzione d'amma-
zarsi, come fa Giocasta, o di cavarsi gli occhii,
come fa nel fine Edippo? Ma cio che mi
rende piu strana la presente Censura si e che gli
scoprimenti medesimi si fanno nella scena prima
dell' atto 4. nel nuovo Edippo di Mr. di Voltaire
con maggiore chiarezza, e l'avvenimento della
morte di Lajo si conforma a quello, che rac-
conta Edippo essergli accaduto nel medesimo di-
stretto, sicche gli resta ivi assai meno luogo di du-
bitare, ch'egli ne fosse l'uccisore: pure non ap-
pare che in tale scena cio si creda provato ad evi-
denza; perche sopraggiungendo Forba dice Edippo:
Mon doute affreux va donc etre eclairci: Ne pero
nell' esame che prende a farsi si rigorosamente
l'Autore s'ascrive questo difetto. S'inoltra il Cri-
tico ad affermare, che quando il Pastor di Corin-
to scopre ad Edippo che ei non e figlivolo di
Polibo, ma che fu da Fanciullo esposto sopra
il monte Citerone da persona Tebana, egli con
tutto cio non sospetti ancora di nulla, e che pero
la sua Ignoranza e un artificio assai rozzo del poe-
ta, che per dare giusta lunghezza alla Tragedia
trasporta sino al fine del quarto atto una ricogni-
zione si manifesta.

Che Edippo non sospetti ancor di nulla e cosa
contraria al fatto. Egli ha cominciato a dubitare sino
nella sopradetta scena, al sentire le notizie, che gli da-
va Giocasta, d'esser l'omicida ricercato; pero dice:

Oion m' akousant' artios ekhri gunai
Psukhes planema k' anakinesis phrenon.
Ahi

APOLOGIA DI SOFOCLE
la Concordia di queſti precedenti aviſi ſerve per
render ad evidenza credibili le coſe, che indi ſi
ſcoprono dal Miniſtro di Polibo. Altrimenti chi
ſulla fede d’un Uomo ignoto ſarebbe ſi credulo
di tali ſtranezze che veniſſe in riſoluzione d’amma-
zarſi, come fa Giocaſta, o di cavarſi gli occhii,
come fa nel fine Edippo? Ma cio che mi
rende più ſtrana la preſente Cenſura ſi è che gli
ſcoprimenti medeſimi ſi fanno nella ſcena prima
dell’ atto 4. nel nuovo Edippo di Mr. di Voltaire
con maggiore chiarezza, e l’avvenimento della
morte di Lajo ſi conforma a quello, che rac-
conta Edippo eſſergli accaduto nel medeſimo di-
ſtretto, ſicche gli reſta ivi aſſai meno luogo di du-
bitare, ch’egli ne foſſe l’ucciſore: pure non ap-
pare che in tale ſcena ciò ſi creda provato ad evi-
denza; perche ſopraggiungendo Forba dice Edippo:
Mon doute affreux va donc être eclairci: Nè però
nell’ eſame che prende a farſi ſi rigoroſamente
l’Autore ſ’aſcrive queſto difetto. S’inoltra il Cri-
tico ad affermare, che quando il Paſtor di Corin-
to ſcopre ad Edippo che ei non é figlivolo di
Polibo, ma che fu da Fanciullo eſpoſto ſopra
il monte Citerone da perſona Tebana, egli con
tutto ciò non ſoſpetti ancora di nulla, e che peró
la ſua Ignoranza é un artificio aſſai rozzo del poe-
ta, che per dare giuſta lunghezza alla Tragedia
traſporta ſino al fine del quarto atto una ricogni-
zione ſi manifeſta.

Che Edippo non ſoſpetti ancor di nulla é coſa
contraria al fatto. Egli ha cominciato a dubitare ſino
nella ſopradetta ſcena, al ſentire le notizie, che gli da-
va Giocaſta, d’eſſer l’omicida ricercato; peró dice:

Οιον μ᾽ ἀκουσαντ᾽ αρτιος εχρι γυναι
Ψυχης πλανεμα κ᾽ ανακινεσις φρενων.
Ahi
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[66/0068] APOLOGIA DI SOFOCLE la Concordia di queſti precedenti aviſi ſerve per render ad evidenza credibili le coſe, che indi ſi ſcoprono dal Miniſtro di Polibo. Altrimenti chi ſulla fede d’un Uomo ignoto ſarebbe ſi credulo di tali ſtranezze che veniſſe in riſoluzione d’amma- zarſi, come fa Giocaſta, o di cavarſi gli occhii, come fa nel fine Edippo? Ma cio che mi rende più ſtrana la preſente Cenſura ſi è che gli ſcoprimenti medeſimi ſi fanno nella ſcena prima dell’ atto 4. nel nuovo Edippo di Mr. di Voltaire con maggiore chiarezza, e l’avvenimento della morte di Lajo ſi conforma a quello, che rac- conta Edippo eſſergli accaduto nel medeſimo di- ſtretto, ſicche gli reſta ivi aſſai meno luogo di du- bitare, ch’egli ne foſſe l’ucciſore: pure non ap- pare che in tale ſcena ciò ſi creda provato ad evi- denza; perche ſopraggiungendo Forba dice Edippo: Mon doute affreux va donc être eclairci: Nè però nell’ eſame che prende a farſi ſi rigoroſamente l’Autore ſ’aſcrive queſto difetto. S’inoltra il Cri- tico ad affermare, che quando il Paſtor di Corin- to ſcopre ad Edippo che ei non é figlivolo di Polibo, ma che fu da Fanciullo eſpoſto ſopra il monte Citerone da perſona Tebana, egli con tutto ciò non ſoſpetti ancora di nulla, e che peró la ſua Ignoranza é un artificio aſſai rozzo del poe- ta, che per dare giuſta lunghezza alla Tragedia traſporta ſino al fine del quarto atto una ricogni- zione ſi manifeſta. Che Edippo non ſoſpetti ancor di nulla é coſa contraria al fatto. Egli ha cominciato a dubitare ſino nella ſopradetta ſcena, al ſentire le notizie, che gli da- va Giocaſta, d’eſſer l’omicida ricercato; peró dice: Οιον μ᾽ ἀκουσαντ᾽ αρτιος εχρι γυναι Ψυχης πλανεμα κ᾽ ανακινεσις φρενων. Ahi

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Zitationshilfe: [Bodmer, Johann Jacob]: Sammlung Critischer, Poetischer, und anderer geistvollen Schriften. Bd. 3. Zürich, 1742, S. 66. In: Deutsches Textarchiv <https://www.deutschestextarchiv.de/bodmer_sammlung03_1742/68>, abgerufen am 03.05.2024.