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[Bodmer, Johann Jacob]: Sammlung Critischer, Poetischer, und anderer geistvollen Schriften. Bd. 3. Zürich, 1742.

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CONTRA M. DI VOLTAIRE.
restante, e che pero pecchi Sofocle non conservan-
do il Costume degli Oracoli, siccome pure in termi-
nare la riccognozione della Tragedia nel principio
del secondo atto, giacche la risposta di Tiresia s'uni-
forma in tutto ai pronostici d'Apollo ed alla di-
chiarazione gia fattagli da colui, che nell' altera-
zione dell' Ebriachezza l'aveva rimproverato per
figlivolo supposto.

Si puo col fondamento di molte storie prova-
re, che non sempre gli Oracoli, e gli indovini
rispondevano oscuramente. Calcante presso O-
mero non parla certamente men chiaro scoprendo
la cagione della peste, che infestava i Greci; ne
punto astrusa secondo cio, che narra Diodoro
Siculo, nel Lib. 4. fu la risposta ch'ebbe Laome-
donte Re di Troja da Apollo delfico allor ch'es-
so ricorsogli per la Balena, che divorava tutti gli
abitanti, e per la pestilenza che tutti i frutti cor-
rompeva intese, che la cagione di tanto male era
Nettuno, ilquale si sarebbe mitigato, con il
sagrifizio d'un fanciullo Trojano a sorte scelto.
Lo stesso potrebbesi dire dell' Oracolo che denun-
zio a Danao il pericolo della morte machinatagli
da uno de cinquanta nipoti; come s'ha da Pau-
sania e da Apollodoro. Il vaticinio con cui da
Giove Ammone fu predetto ad Alessandro il Do-
minio di tutto il mondo, come dicono Curzio,
e Plutarco, fu parimente apertissimo. Ma so-
pra tutti puo servire per Esempio di chiarezza l'Ora-
colo dato a Cipselo Figliolo di Dezio di Corinto
dalla Pitia in Delfo, e rapportato da Erodoto Lib. V.

Olbios outos aner os emou domon eskhata bainei
Kupselos Eetidis basileus klrinoio Korinthou
Autos kai kaides, paidon de men ouk eti paides.
Che
D 3

CONTRA M. DI VOLTAIRE.
reſtante, e che però pecchi Sofocle non conſervan-
do il Coſtume degli Oracoli, ſiccome pure in termi-
nare la riccognozione della Tragedia nel principio
del ſecondo atto, giacche la riſpoſta di Tireſia s’uni-
forma in tutto ai pronoſtici d’Apollo ed alla di-
chiarazione gia fattagli da colui, che nell’ altera-
zione dell’ Ebriachezza l’aveva rimproverato per
figlivolo ſuppoſto.

Si puo col fondamento di molte ſtorie prova-
re, che non ſempre gli Oracoli, e gli indovini
riſpondevano oſcuramente. Calcante preſſo O-
mero non parla certamente men chiaro ſcoprendo
la cagione della peſte, che infeſtava i Greci; nè
punto aſtruſa ſecondo cio, che narra Diodoro
Siculo, nel Lib. 4. fu la riſpoſta ch’ebbe Laome-
donte Ré di Troja da Apollo delfico allor ch’eſ-
ſo ricorſogli per la Balena, che divorava tutti gli
abitanti, e per la peſtilenza che tutti i frutti cor-
rompeva inteſe, che la cagione di tanto male era
Nettuno, ilquale ſi ſarebbe mitigato, con il
ſagrifizio d’un fanciullo Trojano a ſorte ſcelto.
Lo ſteſſo potrebbeſi dire dell’ Oracolo che denun-
ziò a Danao il pericolo della morte machinatagli
da uno de cinquanta nipoti; come s’ha da Pau-
ſania e da Apollodoro. Il vaticinio con cui da
Giove Ammone fú predetto ad Alessandro il Do-
minio di tutto il mondo, come dicono Curzio,
e Plutarco, fu parimente apertiſſimo. Ma ſo-
pra tutti puo ſervire per Esempio di chiarezza l’Ora-
colo dato a Cipſelo Figliolo di Dezio di Corinto
dalla Pitia in Delfo, e rapportato da Erodoto Lib. V.

Ολβιος οὑτος ἀνηρ ὁς ἐμου δομον ἐσχατα βαινει
Κυψελος Ηετιδις βασιλευς κλρινοιο Κορινθου
Αυτος καὶ καιδες, παιδων δε μεν οὐκ ἐτι παιδες.
Che
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[53/0055] CONTRA M. DI VOLTAIRE. reſtante, e che però pecchi Sofocle non conſervan- do il Coſtume degli Oracoli, ſiccome pure in termi- nare la riccognozione della Tragedia nel principio del ſecondo atto, giacche la riſpoſta di Tireſia s’uni- forma in tutto ai pronoſtici d’Apollo ed alla di- chiarazione gia fattagli da colui, che nell’ altera- zione dell’ Ebriachezza l’aveva rimproverato per figlivolo ſuppoſto. Si puo col fondamento di molte ſtorie prova- re, che non ſempre gli Oracoli, e gli indovini riſpondevano oſcuramente. Calcante preſſo O- mero non parla certamente men chiaro ſcoprendo la cagione della peſte, che infeſtava i Greci; nè punto aſtruſa ſecondo cio, che narra Diodoro Siculo, nel Lib. 4. fu la riſpoſta ch’ebbe Laome- donte Ré di Troja da Apollo delfico allor ch’eſ- ſo ricorſogli per la Balena, che divorava tutti gli abitanti, e per la peſtilenza che tutti i frutti cor- rompeva inteſe, che la cagione di tanto male era Nettuno, ilquale ſi ſarebbe mitigato, con il ſagrifizio d’un fanciullo Trojano a ſorte ſcelto. Lo ſteſſo potrebbeſi dire dell’ Oracolo che denun- ziò a Danao il pericolo della morte machinatagli da uno de cinquanta nipoti; come s’ha da Pau- ſania e da Apollodoro. Il vaticinio con cui da Giove Ammone fú predetto ad Alessandro il Do- minio di tutto il mondo, come dicono Curzio, e Plutarco, fu parimente apertiſſimo. Ma ſo- pra tutti puo ſervire per Esempio di chiarezza l’Ora- colo dato a Cipſelo Figliolo di Dezio di Corinto dalla Pitia in Delfo, e rapportato da Erodoto Lib. V. Ολβιος οὑτος ἀνηρ ὁς ἐμου δομον ἐσχατα βαινει Κυψελος Ηετιδις βασιλευς κλρινοιο Κορινθου Αυτος καὶ καιδες, παιδων δε μεν οὐκ ἐτι παιδες. Che D 3

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Zitationshilfe: [Bodmer, Johann Jacob]: Sammlung Critischer, Poetischer, und anderer geistvollen Schriften. Bd. 3. Zürich, 1742, S. 53. In: Deutsches Textarchiv <https://www.deutschestextarchiv.de/bodmer_sammlung03_1742/55>, abgerufen am 24.11.2024.