Ranke, Leopold von: Die römischen Päpste. Bd. 3. Berlin, 1836.Relazione 1737. mente perche la corte di Roma va con essa piu cauta che con qualsivoglia altro nell' introdurre, sostenere e resistere alle no- vita che intervenir potessero. Il sempre mai lodevole cardle Fleuri, grand' esemplare nel ministero politico, ha saputo tener sempre soggetta la politica alla religione senza mai confondere l'auto- rita spirituale con la temporale: e questo fa che durante il suo ministero la corte di Roma sia si trattenuta nei limiti dovuti e quasi con una perpetua condescenza, a segno che l'avrebbe co- stituito l'arbitro di tutte le sua differenze, se gli altri poten- tati non avessero temuta la grande equita e l'imparzialita di quell' eroe nel ministero politico. Gravissimi furono i sconcerti, tuttavia non appianati ancora, Altre volte il pretendente faceva un' oggetto massimo della L'imperatore ha fatto e fa tuttavia tremare il presente mi- Relazione 1737. mente perchè la corte di Roma va con essa più cauta che con qualsivoglia altro nell’ introdurre, sostenere e resistere alle no- vità che intervenir potessero. Il sempre mai lodevole cardle Fleuri, grand’ esemplare nel ministero politico, ha saputo tener sempre soggetta la politica alla religione senza mai confondere l’auto- rità spirituale con la temporale: e questo fa che durante il suo ministero la corte di Roma sia si trattenuta nei limiti dovuti e quasi con una perpetua condescenza, a segno che l’avrebbe co- stituito l’arbitro di tutte le sua differenze, se gli altri poten- tati non avessero temuta la grande equità e l’imparzialità di quell’ eroe nel ministero politico. Gravissimi furono i sconcerti, tuttavia non appianati ancora, Altre volte il pretendente faceva un’ oggetto massimo della L’imperatore ha fatto e fa tuttavia tremare il presente mi- <TEI> <text> <body> <div n="1"> <div n="2"> <div n="3"> <p> <pb facs="#f0521" n="509"/> <fw place="top" type="header"><hi rendition="#i"><hi rendition="#aq">Relazione</hi></hi> 1737.</fw><lb/> <hi rendition="#aq">mente perchè la corte di Roma va con essa più cauta che con<lb/> qualsivoglia altro nell’ introdurre, sostenere e resistere alle no-<lb/> vità che intervenir potessero. 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Relazione 1737.
mente perchè la corte di Roma va con essa più cauta che con
qualsivoglia altro nell’ introdurre, sostenere e resistere alle no-
vità che intervenir potessero. Il sempre mai lodevole cardle Fleuri,
grand’ esemplare nel ministero politico, ha saputo tener sempre
soggetta la politica alla religione senza mai confondere l’auto-
rità spirituale con la temporale: e questo fa che durante il suo
ministero la corte di Roma sia si trattenuta nei limiti dovuti e
quasi con una perpetua condescenza, a segno che l’avrebbe co-
stituito l’arbitro di tutte le sua differenze, se gli altri poten-
tati non avessero temuta la grande equità e l’imparzialità di quell’
eroe nel ministero politico.
Gravissimi furono i sconcerti, tuttavia non appianati ancora,
con la corte di Portogallo, dove il carattere di quel re fa che
acquistano giornalmente vigore ed insistenza le sue pretese quanto
più si contrastano: e per dirla con chiarezza, le differenze in-
sorte col Portogallo e con la Spagna avendo da qualche tempo
sospese le rendite opulentissime di que’ vasti regni, ha quasi
scompaginata la corte e la città di Roma, dove migliaja di fa-
miglie da qualche anno in quà sono ridotte dall’ opulenza alla
povertà e tante altre dalla sufficienza alla miseria. Questo fa
che la disposizione d’infiniti beneficj in Spagna, in Portogallo
e nel regno di Napoli rimanendo sospesa, anzi correndo appa-
renza che rimaner possa all’ autorità temporale di que’ regnanti,
gran numero dei loro sudditi secolari e regolari altre volte con-
sacrati a sostenere la corte di Roma presentemente l’abbando-
nano, e gran numero ancora dei Romani stessi vengono con-
dotti a coltivar le potenze straniere dall’ avidità e necessità loro.
Particolare e curiosa è stata la condotta della corte di Roma
verso le pretese di questo principe di aver il cardinale nato il
patriarca di Lisbona. Fu considerato da quel re come condi-
zione indispensabile dell’ accomodamento delle vertenze che cor-
rono tra le due corti, di godere una tal distinzione, ed il papa,
usando in ciò dell’antico costume Romano, si è dimostrato al-
cune volte del tutto alieno, altre quasi propenso di soddisfare
le premure del re. La cosa non è ancora decisa, ed in ogni
maniera che venghi consumata fornirà argomenti non indifferenti
di discorsi e forse di querele tra gli altri principi.
Altre volte il pretendente faceva un’ oggetto massimo della
corte di Roma, la quale si lusingava molto sopra l’appoggio delle
corti di Francia e Spagna, dacchè si riunirono ambedue nella
casa di Borbon: ma in oggi scopertasi la gelosia tra la linea
primogenita e la cadetta e conosciutosi che la regina di Spagna
non ha veramente altre mire che l’ingrandimento dei proprj figli,
l’esule pretendente e la degna sua famiglia divengono presto a
molti oggetto più grave ancora che di conforto.
L’imperatore ha fatto e fa tuttavia tremare il presente mi-
nistero di Roma, vedendosi egli stesso dar mano ad introdurre
nei suoi stati d’Italia quelle riforme d’abusi che devono col tempo
servire di esempio sommamente pregiudiciale ai Romani: e ciò
ch’è peggio per loro, appena ha introdotto le sue truppe nella
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