poter far declinare dai suoi sensi l'animo di Sua Sta, questa e sola, la quale, se pure alle volte non puo profittare, avanza certo, che se non si spiega, almeno non si rompe. -- --
Nel governo presente e desiderata maggior e miglior con- sulta, perche dove manca il discorso, suole mancar la ragione: e veramente pochissimi sono li ministri e pochi quelli che hab- bino autorita e confidenza a palazzo. Appresso il pontefice non si sa alcuno che possi, e preponendo S. Sta il proprio parere a quello di tutti, sogliono li altri o lodarlo o secondarlo. Si uso in altri tempi che havevano i papi appresso di se tre e quattro cardinali e con la loro discussione risolvevano i piu gravi nego- tii, e si teneva per arcano dei nepoti medesimi introdurre suoi dipendenti nella confidenza del zio, per condurlo poi e guada- gnarlo dove o non potevano essi spuntare o non volevano sco- prire gli affetti loro proprj.
Barberino non ha voluto circuire in tal modo la liberta del papa: ma riservando a se solo il posto piu vicino alle orecchie di S. Sta, obbliga gli altri a stare retirati et al solo parer di lui sottoponere le proprie opinioni, non mostrando gusto che da chi si sia si parli al pontefice di negotio senza sua precedente participatione. Non si serve pero ne anco di questa autorita, che gode solo con quella liberta che per avventura complirebbe al ben publico et al suo proprio interesse: ma non osando re- spirare contro le risolutioni e li sensi del papa, prende molte volte l'habito della costanza medesima di S. Sta, essendosi in tal maniera sottoposto al disgusto delle corone e d'altri prin- cipi e di loro ministri per non divertire e non sopire molti strani accidenti.
Appresso di questo li cardinali pur si dogliono e massime le creature di non haver apertura ne confidenza. Di pochis- simi ministri si serve il sigr cardle, mentre la mole dei negotii et altre circostanze di molti lo possono render bisognevole. Pancirola e Ricchi, auditori di rota, sono li piu domestici e li piu adoperati.
Pancirola e soggetto maturo e di molta esperienza, che fu impiegato in Piemonte per la pace sin nel principio delle guerre di Mantova. Serve per li negotii del governo dello stato eccle- siastico, e non havendo havuto che trattar meco, non mi resta che dire delle sue conditioni.
Ricchi e di gran spirito, pronto et sagace: dirige quasi tutti li negotii dei principi e particolarmente ha in mano quelli della republica. E' dipendentissimo da Barberino, qualita che lo rende oltre modo grato al sigr cardinale. Ha incontrato disgusto di molti ministri de' principi, nemeno e amato dall' universale. Non ha altra esperienza che quella che li concede l'impiego presente, che e grande. Ha egli sempre trattato meco, e nelle mie lettere e nella forma dei suoi officii l'averanno piu volte veduto descritto VV EE. Tratta con destrezza e con flemma e con altrettanto ingegno e solertia. Della serenissima repu- blica parla con tutte le espressioni di riverenza e divotione.
Zuanne Nani
poter far declinare dai suoi sensi l’animo di Sua Stà, questa è sola, la quale, se pure alle volte non può profittare, avanza certo, che se non si spiega, almeno non si rompe. — —
Nel governo presente è desiderata maggior e miglior con- sulta, perche dove manca il discorso, suole mancar la ragione: e veramente pochissimi sono li ministri e pochi quelli che hab- bino autorità e confidenza a palazzo. Appresso il pontefice non si sa alcuno che possi, e preponendo S. Stà il proprio parere a quello di tutti, sogliono li altri o lodarlo o secondarlo. Si usò in altri tempi che havevano i papi appresso di se tre e quattro cardinali e con la loro discussione risolvevano i più gravi nego- tii, e si teneva per arcano dei nepoti medesimi introdurre suoi dipendenti nella confidenza del zio, per condurlo poi e guada- gnarlo dove o non potevano essi spuntare o non volevano sco- prire gli affetti loro proprj.
Barberino non ha voluto circuire in tal modo la libertà del papa: ma riservando a se solo il posto più vicino alle orecchie di S. Stà, obbliga gli altri a stare retirati et al solo parer di lui sottoponere le proprie opinioni, non mostrando gusto che da chi si sia si parli al pontefice di negotio senza sua precedente participatione. Non si serve però nè anco di questa autorità, che gode solo con quella libertà che per avventura complirebbe al ben publico et al suo proprio interesse: ma non osando re- spirare contro le risolutioni e li sensi del papa, prende molte volte l’habito della costanza medesima di S. Stà, essendosi in tal maniera sottoposto al disgusto delle corone e d’altri prin- cipi e di loro ministri per non divertire e non sopire molti strani accidenti.
Appresso di questo li cardinali pur si dogliono e massime le creature di non haver apertura nè confidenza. Di pochis- simi ministri si serve il sigr cardle, mentre la mole dei negotii et altre circostanze di molti lo possono render bisognevole. Pancirola e Ricchi, auditori di rota, sono li più domestici e li più adoperati.
Pancirola è soggetto maturo e di molta esperienza, che fu impiegato in Piemonte per la pace sin nel principio delle guerre di Mantova. Serve per li negotii del governo dello stato eccle- siastico, e non havendo havuto che trattar meco, non mi resta che dire delle sue conditioni.
Ricchi è di gran spirito, pronto et sagace: dirige quasi tutti li negotii dei principi e particolarmente ha in mano quelli della republica. E’ dipendentissimo da Barberino, qualità che lo rende oltre modo grato al sigr cardinale. Ha incontrato disgusto di molti ministri de’ principi, nemeno è amato dall’ universale. Non ha altra esperienza che quella che li concede l’impiego presente, che è grande. Ha egli sempre trattato meco, e nelle mie lettere e nella forma dei suoi officii l’averanno più volte veduto descritto VV EE. Tratta con destrezza e con flemma e con altrettanto ingegno e solertia. Della serenissima repu- blica parla con tutte le espressioni di riverenza e divotione.
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[430/0442]
Zuanne Nani
poter far declinare dai suoi sensi l’animo di Sua Stà, questa è
sola, la quale, se pure alle volte non può profittare, avanza
certo, che se non si spiega, almeno non si rompe. — —
Nel governo presente è desiderata maggior e miglior con-
sulta, perche dove manca il discorso, suole mancar la ragione:
e veramente pochissimi sono li ministri e pochi quelli che hab-
bino autorità e confidenza a palazzo. Appresso il pontefice non
si sa alcuno che possi, e preponendo S. Stà il proprio parere a
quello di tutti, sogliono li altri o lodarlo o secondarlo. Si usò
in altri tempi che havevano i papi appresso di se tre e quattro
cardinali e con la loro discussione risolvevano i più gravi nego-
tii, e si teneva per arcano dei nepoti medesimi introdurre suoi
dipendenti nella confidenza del zio, per condurlo poi e guada-
gnarlo dove o non potevano essi spuntare o non volevano sco-
prire gli affetti loro proprj.
Barberino non ha voluto circuire in tal modo la libertà del
papa: ma riservando a se solo il posto più vicino alle orecchie
di S. Stà, obbliga gli altri a stare retirati et al solo parer di
lui sottoponere le proprie opinioni, non mostrando gusto che da
chi si sia si parli al pontefice di negotio senza sua precedente
participatione. Non si serve però nè anco di questa autorità,
che gode solo con quella libertà che per avventura complirebbe
al ben publico et al suo proprio interesse: ma non osando re-
spirare contro le risolutioni e li sensi del papa, prende molte
volte l’habito della costanza medesima di S. Stà, essendosi in
tal maniera sottoposto al disgusto delle corone e d’altri prin-
cipi e di loro ministri per non divertire e non sopire molti strani
accidenti.
Appresso di questo li cardinali pur si dogliono e massime
le creature di non haver apertura nè confidenza. Di pochis-
simi ministri si serve il sigr cardle, mentre la mole dei negotii
et altre circostanze di molti lo possono render bisognevole.
Pancirola e Ricchi, auditori di rota, sono li più domestici e li
più adoperati.
Pancirola è soggetto maturo e di molta esperienza, che fu
impiegato in Piemonte per la pace sin nel principio delle guerre
di Mantova. Serve per li negotii del governo dello stato eccle-
siastico, e non havendo havuto che trattar meco, non mi resta
che dire delle sue conditioni.
Ricchi è di gran spirito, pronto et sagace: dirige quasi tutti
li negotii dei principi e particolarmente ha in mano quelli della
republica. E’ dipendentissimo da Barberino, qualità che lo rende
oltre modo grato al sigr cardinale. Ha incontrato disgusto di
molti ministri de’ principi, nemeno è amato dall’ universale.
Non ha altra esperienza che quella che li concede l’impiego
presente, che è grande. Ha egli sempre trattato meco, e nelle
mie lettere e nella forma dei suoi officii l’averanno più volte
veduto descritto VV EE. Tratta con destrezza e con flemma
e con altrettanto ingegno e solertia. Della serenissima repu-
blica parla con tutte le espressioni di riverenza e divotione.
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Ranke, Leopold von: Die römischen Päpste. Bd. 3. Berlin, 1836, S. 430. In: Deutsches Textarchiv <https://www.deutschestextarchiv.de/ranke_paepste03_1836/442>, abgerufen am 25.11.2024.
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