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Ranke, Leopold von: Die römischen Päpste. Bd. 3. Berlin, 1836.

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Pietro Contarini

fari piu gravi sopra l'istesso cardle Magalotti, contentandosi di
spogliarsi di quello che dovrebbe esser suo particolare per ve-
stirne il zio, contro la pratica degli passati pontefici, sia o per
propria debolezza, o per non saper volersi di quella antorita che
gode chi arriva a posto tanto eminente. E' di ottimi, virtuosi
e lodevoli costumi, di soave natura, e con esempio unico non
vuole ricever donativi o presente alcuno. Sara nondimeno vi-
vendo il pontefice al pari d'ogni altro cardinale grande e ricco.
Hor deve haver intorno 80 m. scudi d'entrata di beneficj eccle-
siastici, e con li governi e legationi che tiene deve avvicinarsi
a 500 m. scudi, e tutto il meglio che cava, sara suo, princi-
piando a farsi delle investite di momento. E poco spendendosi
in breve tempo, verrassi ad accumular ricchezze immense.

Il cardl S. Onofrio essendo vissuto del continuo nei Cap-
puccini, seguito tuttavia in una vita religiosissima, non s'in-
gerisce se non in quello le viene commesso, e degli affari del
mondo poco ne sa e meno n'intende: e bene si e conosciuto la
sua inabilita in questo nell' absenza di Barberino, mentre fu
necessario di trattare e negotiar seco. Hora si ritrova alla re-
sidenza della sua chiesa di Sinigaglia.

Il sigr Don Carlo pure, fratello del pontefice, e generale
di santa chiesa, e tutto quello che appartiene alla militie, alle
fortezze, alle galere, e sotto il suo comando. E' signore d'in-
telligenza, prudente, cauto nello discorrere e trattare, e la cura
dell' entrate e maneggi della camera ottimamente l'intende, es-
sendo stato huomo di negotio e versato in queste materie.
Qualche cosa ha rilasciato dalla sua prima applicatione agli af-
fari, per non aggravar maggiormente li suoi anni, essendo il
piu vecchio delli fratelli e per qualche sua dispositione ancora.

Due altri nipoti tiene la Sta Sua. Il sigr Don Taddeo, nel
quale si pensa di stabilire la casa, giovane di anni 23 incirca,
di nobilissime maniere, di grande ingenuita, et e sommamente
amato da tutta la corte. Qualche disegno vi e nel pontefice di
farlo prefetto della citta dopo la morte del duca di Urbino, che
hora gode questo titolo, carico degnissimo, che a tutti precede
e dura in vita e dopo la morte anco del pontefice tiene luogo
nel solio. E Don Antonio, commendatore di Malta, di anni
18. Ha intorno 14 m. scudi di commende. E' di uno spirito
pronto, vivace, et a suo tempo vi vorra esser per la sua parte:
desidera egli parimente il cardinalato, e si crede lo compiacera
la Sta Sua. Molti che non amano il cardle Magalotti, lo vedreb-
bono volentieri quanto prima promosso a quella dignita, con
opinione possa egli arrivar dove non giugne il fratello a farle
contrasto et oppositione.

Die valtellinische Sache wird hier einmal in ihrem Zusammen-
hange erörtert.

L'altro importante negotio e quello della Valtellina, intorno
al quale pure grandemente vi travaglio la Santita Sua, ma con
fortuna diversa, se bene nel principio vogliono che potesse ap-
plicarvi maggiori e piu risoluti rimedj. L'esser entrato in af-

Pietro Contarini

fari più gravi sopra l’istesso cardle Magalotti, contentandosi di
spogliarsi di quello che dovrebbe esser suo particolare per ve-
stirne il zio, contro la pratica degli passati pontefici, sia o per
propria debolezza, o per non saper volersi di quella antorità che
gode chi arriva a posto tanto eminente. E’ di ottimi, virtuosi
e lodevoli costumi, di soave natura, e con esempio unico non
vuole ricever donativi o presente alcuno. Sarà nondimeno vi-
vendo il pontefice al pari d’ogni altro cardinale grande e ricco.
Hor deve haver intorno 80 m. scudi d’entrata di beneficj eccle-
siastici, e con li governi e legationi che tiene deve avvicinarsi
a 500 m. scudi, e tutto il meglio che cava, sarà suo, princi-
piando a farsi delle investite di momento. E poco spendendosi
in breve tempo, verrassi ad accumular ricchezze immense.

Il cardl S. Onofrio essendo vissuto del continuo nei Cap-
puccini, seguito tuttavia in una vita religiosissima, non s’in-
gerisce se non in quello le viene commesso, e degli affari del
mondo poco ne sa e meno n’intende: e bene si è conosciuto la
sua inabilità in questo nell’ absenza di Barberino, mentre fu
necessario di trattare e negotiar seco. Hora si ritrova alla re-
sidenza della sua chiesa di Sinigaglia.

Il sigr Don Carlo pure, fratello del pontefice, è generale
di santa chiesa, e tutto quello che appartiene alla militie, alle
fortezze, alle galere, è sotto il suo comando. E’ signore d’in-
telligenza, prudente, cauto nello discorrere e trattare, e la cura
dell’ entrate e maneggi della camera ottimamente l’intende, es-
sendo stato huomo di negotio e versato in queste materie.
Qualche cosa ha rilasciato dalla sua prima applicatione agli af-
fari, per non aggravar maggiormente li suoi anni, essendo il
più vecchio delli fratelli e per qualche sua dispositione ancora.

Due altri nipoti tiene la S Sua. Il sigr Don Taddeo, nel
quale si pensa di stabilire la casa, giovane di anni 23 incirca,
di nobilissime maniere, di grande ingenuità, et è sommamente
amato da tutta la corte. Qualche disegno vi è nel pontefice di
farlo prefetto della città dopo la morte del duca di Urbino, che
hora gode questo titolo, carico degnissimo, che a tutti precede
e dura in vita e dopo la morte anco del pontefice tiene luogo
nel solio. E Don Antonio, commendatore di Malta, di anni
18. Ha intorno 14 m. scudi di commende. E’ di uno spirito
pronto, vivace, et a suo tempo vi vorrà esser per la sua parte:
desidera egli parimente il cardinalato, e si crede lo compiacerà
la S Sua. Molti che non amano il cardle Magalotti, lo vedreb-
bono volentieri quanto prima promosso a quella dignità, con
opinione possa egli arrivar dove non giugne il fratello a farle
contrasto et oppositione.

Die valtelliniſche Sache wird hier einmal in ihrem Zuſammen-
hange eroͤrtert.

L’altro importante negotio è quello della Valtellina, intorno
al quale pure grandemente vi travagliò la Santità Sua, ma con
fortuna diversa, se bene nel principio vogliono che potesse ap-
plicarvi maggiori e più risoluti rimedj. L’esser entrato in af-

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[414/0426] Pietro Contarini fari più gravi sopra l’istesso cardle Magalotti, contentandosi di spogliarsi di quello che dovrebbe esser suo particolare per ve- stirne il zio, contro la pratica degli passati pontefici, sia o per propria debolezza, o per non saper volersi di quella antorità che gode chi arriva a posto tanto eminente. E’ di ottimi, virtuosi e lodevoli costumi, di soave natura, e con esempio unico non vuole ricever donativi o presente alcuno. Sarà nondimeno vi- vendo il pontefice al pari d’ogni altro cardinale grande e ricco. Hor deve haver intorno 80 m. scudi d’entrata di beneficj eccle- siastici, e con li governi e legationi che tiene deve avvicinarsi a 500 m. scudi, e tutto il meglio che cava, sarà suo, princi- piando a farsi delle investite di momento. E poco spendendosi in breve tempo, verrassi ad accumular ricchezze immense. Il cardl S. Onofrio essendo vissuto del continuo nei Cap- puccini, seguito tuttavia in una vita religiosissima, non s’in- gerisce se non in quello le viene commesso, e degli affari del mondo poco ne sa e meno n’intende: e bene si è conosciuto la sua inabilità in questo nell’ absenza di Barberino, mentre fu necessario di trattare e negotiar seco. Hora si ritrova alla re- sidenza della sua chiesa di Sinigaglia. Il sigr Don Carlo pure, fratello del pontefice, è generale di santa chiesa, e tutto quello che appartiene alla militie, alle fortezze, alle galere, è sotto il suo comando. E’ signore d’in- telligenza, prudente, cauto nello discorrere e trattare, e la cura dell’ entrate e maneggi della camera ottimamente l’intende, es- sendo stato huomo di negotio e versato in queste materie. Qualche cosa ha rilasciato dalla sua prima applicatione agli af- fari, per non aggravar maggiormente li suoi anni, essendo il più vecchio delli fratelli e per qualche sua dispositione ancora. Due altri nipoti tiene la Stà Sua. Il sigr Don Taddeo, nel quale si pensa di stabilire la casa, giovane di anni 23 incirca, di nobilissime maniere, di grande ingenuità, et è sommamente amato da tutta la corte. Qualche disegno vi è nel pontefice di farlo prefetto della città dopo la morte del duca di Urbino, che hora gode questo titolo, carico degnissimo, che a tutti precede e dura in vita e dopo la morte anco del pontefice tiene luogo nel solio. E Don Antonio, commendatore di Malta, di anni 18. Ha intorno 14 m. scudi di commende. E’ di uno spirito pronto, vivace, et a suo tempo vi vorrà esser per la sua parte: desidera egli parimente il cardinalato, e si crede lo compiacerà la Stà Sua. Molti che non amano il cardle Magalotti, lo vedreb- bono volentieri quanto prima promosso a quella dignità, con opinione possa egli arrivar dove non giugne il fratello a farle contrasto et oppositione. Die valtelliniſche Sache wird hier einmal in ihrem Zuſammen- hange eroͤrtert. L’altro importante negotio è quello della Valtellina, intorno al quale pure grandemente vi travagliò la Santità Sua, ma con fortuna diversa, se bene nel principio vogliono che potesse ap- plicarvi maggiori e più risoluti rimedj. L’esser entrato in af-

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Zitationshilfe: Ranke, Leopold von: Die römischen Päpste. Bd. 3. Berlin, 1836, S. 414. In: Deutsches Textarchiv <https://www.deutschestextarchiv.de/ranke_paepste03_1836/426>, abgerufen am 26.11.2024.