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Ranke, Leopold von: Die römischen Päpste. Bd. 3. Berlin, 1836.

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Relatione di Molino 1606.

pontificalmente, cosi il presente pontefice fu quasi creduto pri-
ma vestito ch'eletto et pur da altri cardinali: che non fu cosi
presto dichiarato che in momento dimostro continenza et gra-
vita pontificia tanta nell' aspetto, nel moto, nelle parole et nelli
fatti, che restarono tutti pieni di stupore et meraviglia et molti
forse pentiti, ma tardi et senza giovamento: perche diversissimo
dalli altri precessori, che in quel calore hanno tutti assentito alle
richieste cosi de' cardinali come d'altri et fatte infinite gratie, cosi
il presente stette continentissimo et sul serio, tanto che si dichiari
risoluto a non voler assentire et promettere pur minima cosa, di-
cendo ch'era conveniente aver prima sopra le richieste et gratie
che le erano dimandate ogni debita et matura consideratione: onde
pochissimi furono quelli che dopo qualche giorno restassero in
qualche parte gratiati. Ne tuttavia si va punto allargando, anzi
per la sua sempre maggior riservatezza dubitando la corte di veder
anco sempre poche gratie et maggior strettezza in tutte le cose,
se ne sta molto mesta. Fra li cardinali non v'e alcuno che si
possi gloriar di aver avuto tanto d'intrensichezza o familiarita
seco che di certo si possi promettere di ottener prontamente
alcuna cosa da lui, e tutti procedono con tanto rispetto che si
smarriscono quando sono per andarli a parlar et negotiar seco:
perche oltre che lo trovano star sempre sul serio et dar le ri-
sposte con poche parole, si vedono incontrar in risolutioni fon-
date quasi sempre sopra il rigor dei termini legali: perche non
admettendo consuetudini, ch'egli chiama abusi, ne esempj de
consenso de' pontefici passati, ai quali non solamente dice che
non saperia accomodar la sua conscientia, ma che possono aver
fatto male et potriano render conto a dio o che saranno stati
ingannati, o che la cosa sara stata diversa da quella che a lui
viene portata, li lascia per il piu malcontenti. Non ha caro
che si parli seco lungo per via di contesa o di disputatione, et
se ascolta pur una o doi repliche, quelle stimando di aver ri-
soluto con le decisioni de' leggi o dei canoni o de' concilj che
lor porta per risposta, si torce se passano inanzi, overo egli
entra in altro, volendo che sappino che per le fatiche fatte da
lui il spatio di trenta cinque anni continuo nel studio delle
leggi et praticatele con perpetui esercitii nelli officii di corte in
Roma et fuori, possi ragionevolmente pretendere, se bene que-
sto non dice tanto espressamente, di aver cosi esatta cogni-
tione di questa professione che non metti il piede a fallo nelle
risolutioni che da et nelle determinationi che fa, dicendo bene
che nelle cose dubbie deve l'arbitrio et interpretatione partico-
larmente nelle materie ecclesiastiche esser di lui solo come
pontefice. Et per questo li cardinali, che per l'ordinario da
certo tempo in qua non contradicono, come solevano, anzi
quasi non consigliano, et se sono ricercati et comandati di par-
lar liberamente, lo fanno conforme a quell' intentione che ve-
dono esser nelli pontefici, se ben non la sentono, col presente
se ne astengono piu di quello che habbino fatto con alcun dei
suoi precessori: et averanno ogni di tanto maggior occasione

Relatione di Molino 1606.

pontificalmente, così il presente pontefice fu quasi creduto pri-
ma vestito ch’eletto et pur da altri cardinali: che non fu così
presto dichiarato che in momento dimostrò continenza et gra-
vità pontificia tanta nell’ aspetto, nel moto, nelle parole et nelli
fatti, che restarono tutti pieni di stupore et meraviglia et molti
forse pentiti, ma tardi et senza giovamento: perche diversissimo
dalli altri precessori, che in quel calore hanno tutti assentito alle
richieste così de’ cardinali come d’altri et fatte infinite gratie, così
il presente stette continentissimo et sul serio, tanto che si dichiarì
risoluto a non voler assentire et promettere pur minima cosa, di-
cendo ch’era conveniente aver prima sopra le richieste et gratie
che le erano dimandate ogni debita et matura consideratione: onde
pochissimi furono quelli che dopo qualche giorno restassero in
qualche parte gratiati. Nè tuttavia si va punto allargando, anzi
per la sua sempre maggior riservatezza dubitando la corte di veder
anco sempre poche gratie et maggior strettezza in tutte le cose,
se ne sta molto mesta. Fra li cardinali non v’è alcuno che si
possi gloriar di aver avuto tanto d’intrensichezza o familiarità
seco che di certo si possi promettere di ottener prontamente
alcuna cosa da lui, e tutti procedono con tanto rispetto che si
smarriscono quando sono per andarli a parlar et negotiar seco:
perche oltre che lo trovano star sempre sul serio et dar le ri-
sposte con poche parole, si vedono incontrar in risolutioni fon-
date quasi sempre sopra il rigor dei termini legali: perche non
admettendo consuetudini, ch’egli chiama abusi, nè esempj de
consenso de’ pontefici passati, ai quali non solamente dice che
non saperia accomodar la sua conscientia, ma che possono aver
fatto male et potriano render conto a dio o che saranno stati
ingannati, o che la cosa sarà stata diversa da quella che a lui
viene portata, li lascia per il più malcontenti. Non ha caro
che si parli seco lungo per via di contesa o di disputatione, et
se ascolta pur una o doi repliche, quelle stimando di aver ri-
soluto con le decisioni de’ leggi o dei canoni o de’ concilj che
lor porta per risposta, si torce se passano inanzi, overo egli
entra in altro, volendo che sappino che per le fatiche fatte da
lui il spatio di trenta cinque anni continuo nel studio delle
leggi et praticatele con perpetui esercitii nelli officii di corte in
Roma et fuori, possi ragionevolmente pretendere, se bene que-
sto non dice tanto espressamente, di aver così esatta cogni-
tione di questa professione che non metti il piede a fallo nelle
risolutioni che da et nelle determinationi che fa, dicendo bene
che nelle cose dubbie deve l’arbitrio et interpretatione partico-
larmente nelle materie ecclesiastiche esser di lui solo come
pontefice. Et per questo li cardinali, che per l’ordinario da
certo tempo in qua non contradicono, come solevano, anzi
quasi non consigliano, et se sono ricercati et comandati di par-
lar liberamente, lo fanno conforme a quell’ intentione che ve-
dono esser nelli pontefici, se ben non la sentono, col presente
se ne astengono più di quello che habbino fatto con alcun dei
suoi precessori: et averanno ogni dì tanto maggior occasione

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[365/0377] Relatione di Molino 1606. pontificalmente, così il presente pontefice fu quasi creduto pri- ma vestito ch’eletto et pur da altri cardinali: che non fu così presto dichiarato che in momento dimostrò continenza et gra- vità pontificia tanta nell’ aspetto, nel moto, nelle parole et nelli fatti, che restarono tutti pieni di stupore et meraviglia et molti forse pentiti, ma tardi et senza giovamento: perche diversissimo dalli altri precessori, che in quel calore hanno tutti assentito alle richieste così de’ cardinali come d’altri et fatte infinite gratie, così il presente stette continentissimo et sul serio, tanto che si dichiarì risoluto a non voler assentire et promettere pur minima cosa, di- cendo ch’era conveniente aver prima sopra le richieste et gratie che le erano dimandate ogni debita et matura consideratione: onde pochissimi furono quelli che dopo qualche giorno restassero in qualche parte gratiati. Nè tuttavia si va punto allargando, anzi per la sua sempre maggior riservatezza dubitando la corte di veder anco sempre poche gratie et maggior strettezza in tutte le cose, se ne sta molto mesta. Fra li cardinali non v’è alcuno che si possi gloriar di aver avuto tanto d’intrensichezza o familiarità seco che di certo si possi promettere di ottener prontamente alcuna cosa da lui, e tutti procedono con tanto rispetto che si smarriscono quando sono per andarli a parlar et negotiar seco: perche oltre che lo trovano star sempre sul serio et dar le ri- sposte con poche parole, si vedono incontrar in risolutioni fon- date quasi sempre sopra il rigor dei termini legali: perche non admettendo consuetudini, ch’egli chiama abusi, nè esempj de consenso de’ pontefici passati, ai quali non solamente dice che non saperia accomodar la sua conscientia, ma che possono aver fatto male et potriano render conto a dio o che saranno stati ingannati, o che la cosa sarà stata diversa da quella che a lui viene portata, li lascia per il più malcontenti. Non ha caro che si parli seco lungo per via di contesa o di disputatione, et se ascolta pur una o doi repliche, quelle stimando di aver ri- soluto con le decisioni de’ leggi o dei canoni o de’ concilj che lor porta per risposta, si torce se passano inanzi, overo egli entra in altro, volendo che sappino che per le fatiche fatte da lui il spatio di trenta cinque anni continuo nel studio delle leggi et praticatele con perpetui esercitii nelli officii di corte in Roma et fuori, possi ragionevolmente pretendere, se bene que- sto non dice tanto espressamente, di aver così esatta cogni- tione di questa professione che non metti il piede a fallo nelle risolutioni che da et nelle determinationi che fa, dicendo bene che nelle cose dubbie deve l’arbitrio et interpretatione partico- larmente nelle materie ecclesiastiche esser di lui solo come pontefice. Et per questo li cardinali, che per l’ordinario da certo tempo in qua non contradicono, come solevano, anzi quasi non consigliano, et se sono ricercati et comandati di par- lar liberamente, lo fanno conforme a quell’ intentione che ve- dono esser nelli pontefici, se ben non la sentono, col presente se ne astengono più di quello che habbino fatto con alcun dei suoi precessori: et averanno ogni dì tanto maggior occasione

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Zitationshilfe: Ranke, Leopold von: Die römischen Päpste. Bd. 3. Berlin, 1836, S. 365. In: Deutsches Textarchiv <https://www.deutschestextarchiv.de/ranke_paepste03_1836/377>, abgerufen am 24.11.2024.