Questa taccia e la piu giusta, che si possa dare al Edippo di Sofocle: Ma non e nuova; son gia piu secoli, che scrittori autorevoli hanno di- sapprovato l'inverisimile di questa ignoranza. Pure acciocche facciate giudizio proporzionato alla qua- lita del errore, diro cio che si puo recare per la sua scusa. Aristotile che e stato il primo, che ci ha lasciato memoria di tale censura, scusa questa ignoranza nel tempo stesso, che l'accusa, poscia- che avendo nella poetica detto, che non si devo- no costituire le favole di parti irraggionevoli- soggiunse: ei de me exo tou mutheumatos, osper oi- dipous to me eidenai pos o laios apethanen. Cioe: Se pure si facesse altrimenti, sia l'irraggionevole fuori del Tessimento della favola; siccome e nell' Edippo il non aver saputo in qual guisa Laio fosse morto. Il che parmi giustamente da lui detto, perche l'u- ditore occupato dalle imagini costumate de' suc- cessi presenti, non riflette tanto agevolmente al difetto de' passati. Siccome dunque nella Pittu- ra si rimedia sovente a qualche proporzione delle figure con nasconderne parte nel buio, cosi si lascia fuori della presente favola la sconvenevoleza del non aver udito in tempo proprio le circostanze d'un passato avvenimento, senza offendere almeno assai sensibilmente l'uditore. Aggiungesi a questo il giovamento della favola che quinci nasce, il quale appartiene principalmente all'arte del poeta, ed e degno di tanta considerazione, che sovente s'e creduto piu tolerabile l'irraggionevolezza d'una azione, che la mancanza di questo; per la quale restano fredde le invenzioni ancorche verisimili. Pero vedesi essersi disapprovata la trasformazione delle navi d'Enea in ninfe; tuttoche sia credi-
bile
CONTRA M. DI VOLTAIRE.
Queſta taccia é la piu giuſta, che ſi poſſa dare al Edippo di Sofocle: Ma non é nuova; ſon gia più ſecoli, che ſcrittori autorevoli hanno di- ſapprovato l’inveriſimile di queſta ignoranza. Pure acciocche facciate giudizio proporzionato alla qua- lità del errore, diró ció che ſi puó recare per la ſua ſcuſa. Ariſtotile che é ſtato il primo, che ci ha laſciato memoria di tale cenſura, ſcuſa queſta ignoranza nel tempo ſteſſo, che l’accuſa, poſcia- che avendo nella poetica detto, che non ſi devo- no coſtituire le favole di parti irraggionevoli- ſoggiunſe: ἐι δε μη ἐξω του μυθευματος, ὡσπερ ὀι- διπους το μη ἐιδεναι πως ὁ λαιος ἀπεϑανεν. Cioé: Se pure ſi faceſſe altrimenti, ſia l’irraggionevole fuori del Teſſimento della favola; ſiccome é nell’ Edippo il non aver ſaputo in qual guiſa Laio foſſe morto. Il che parmi giuſtamente da lui detto, perche l’u- ditore occupato dalle imagini coſtumate de’ ſuc- ceſſi preſenti, non riflette tanto agevolmente al difetto de’ paſſati. Siccome dunque nella Pittu- ra ſi rimedia ſovente a qualche proporzione delle figure con naſconderne parte nel buio, coſi ſi laſcia fuori della preſente favola la ſconvenevoleza del non aver udito in tempo proprio le circoſtanze d’un paſſato avvenimento, ſenza offendere almeno aſſai ſenſibilmente l’uditore. Aggiungeſi a queſto il giovamento della favola che quinci naſce, il quale appartiene principalmente all’arte del poeta, ed é degno di tanta conſiderazione, che ſovente ſ’é creduto più tolerabile l’irraggionevolezza d’una azione, che la mancanza di queſto; per la quale reſtano fredde le invenzioni ancorche veriſimili. Peró vedeſi eſſerſi diſapprovata la trasformazione delle navi d’Enea in ninfe; tuttoche ſia credi-
bile
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CONTRA M. DI VOLTAIRE.
Queſta taccia é la piu giuſta, che ſi poſſa dare
al Edippo di Sofocle: Ma non é nuova; ſon
gia più ſecoli, che ſcrittori autorevoli hanno di-
ſapprovato l’inveriſimile di queſta ignoranza. Pure
acciocche facciate giudizio proporzionato alla qua-
lità del errore, diró ció che ſi puó recare per la
ſua ſcuſa. Ariſtotile che é ſtato il primo, che ci
ha laſciato memoria di tale cenſura, ſcuſa queſta
ignoranza nel tempo ſteſſo, che l’accuſa, poſcia-
che avendo nella poetica detto, che non ſi devo-
no coſtituire le favole di parti irraggionevoli-
ſoggiunſe: ἐι δε μη ἐξω του μυθευματος, ὡσπερ ὀι-
διπους το μη ἐιδεναι πως ὁ λαιος ἀπεϑανεν. Cioé:
Se pure ſi faceſſe altrimenti, ſia l’irraggionevole fuori
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che parmi giuſtamente da lui detto, perche l’u-
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difetto de’ paſſati. Siccome dunque nella Pittu-
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laſcia fuori della preſente favola la ſconvenevoleza
del non aver udito in tempo proprio le circoſtanze
d’un paſſato avvenimento, ſenza offendere almeno
aſſai ſenſibilmente l’uditore. Aggiungeſi a queſto
il giovamento della favola che quinci naſce, il
quale appartiene principalmente all’arte del poeta,
ed é degno di tanta conſiderazione, che ſovente
ſ’é creduto più tolerabile l’irraggionevolezza d’una
azione, che la mancanza di queſto; per la quale
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[Bodmer, Johann Jacob]: Sammlung Critischer, Poetischer, und anderer geistvollen Schriften. Bd. 3. Zürich, 1742, S. 47. In: Deutsches Textarchiv <https://www.deutschestextarchiv.de/bodmer_sammlung03_1742/49>, abgerufen am 16.02.2025.
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